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La memoria di questa inondazione è ricavata da un ordinato municipale del novembre successivo. Da questo emerge che il Tanaro provocò solamente alcuni danni al ponte della Catalana ed alle mura perimetrali vicine alla porta del Brolio, mentre l’azione del Cevetta fu più devastante in quanto rovinò completamente il ponte dei Cappuccini (ponte di San Giovanni) e parzialmente quello di san Francesco, deteriorando anche parte della muraglia di cinta nel tratto compreso tra questi due. Inoltre venne allagato tutto il Borgo Sottano e distrutto in parte l’oratorio dei Disciplinanti di Santa Maria e Santa Caterina.
A causa della rovina dei due ponti, per poter attraversare il torrente ne venne costruito uno provvisorio nei pressi della porta del Porticciolo, che fu opportunamente allargata per consentire il transito dei carriaggi. Si deducono alcuni altri particolari di questa alluvione da un documento reperibile presso l’archivio di Stato di Torino. In esso si ha notizia della volontà, poco più di un decennio più tardi, di provvedere alla riparazione di diverse parti del muro di cinta della Città e di alcune torri e porte che sarebbero state danneggiate dalle piene dei due corsi d’acqua. I dettagli si ricavano da due preventivi di spesa redatti dal misuratore Giovanni Battista Quaglia il 25 settembre 1755 ed il 16 aprile 1756.