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Duomo | |
L’avvio della costruzione del maggior edificio di culto della città, il Duomo, ci rimanda ai primi anni del Seicento, quando lo stato di accentuato degrado dell’antica parrocchiale di Santa Maria del Castello (Sancta Maria de Castro), che per oltre quattro secoli era stata attiva sull’altura di fianco al castello, impose una nuova grande chiesa, in un luogo meglio accessibile ed in conformità con le esigenze dei fedeli. Nel 1905, infatti, venne celebrato il terzo centenario della posa della prima pietra. |
Chiesa dei Cappuccini e Convento | |
Nel 1577, la nobildonna Eleonora della Rovere, vedova di Alfonso Spinola marchese di Garessio e Farigliano, acquistò delle terre nella parte orientale della città per farne dono ai padri Cappuccini della provincia monastica di Genova. Grazie all’apporto dei fedeli e della pubblica amministrazione, vi fondarono il loro convento con l’annessa chiesa, priva del campanile. I lavori furono portati a termine nel 1582. |
Chiesa dell’Arciconfraternita di Santa Maria e Santa Caterina | |
Questa chiesa è la più importante dopo il Duomo all’interno del centro storico, nonché pregevole esempio di barocco piemontese in città. Si trova all’estremità nord-orientale di piazza Vittorio Emanuele II. L’edificio venne terminato nel 1735, sulla base del progetto e con la direzione dell’architetto monregalese Francesco Gallo (1672-1750). |
Chiesa della Consolata | |
Nel sito dove oggi è costruita la chiesa della Consolata, fin dal basso medioevo, era venerata un’immagine della Madonna col Bambino, dipinta su un muro nei pressi di una fontana detta della Gottrosa, la cui acqua pare avesse particolari qualità terapeutiche. Tanta era la devozione che la gente di Ceva e dei paesi vicini professava per quel simulacro, che si venne nella determinazione di costruire in quel luogo una chiesa. |
Chiesa dello Spirito Santo | |
Questa chiesa si trova in corso Garibaldi sul lato che costeggia il torrente Cevetta. La sua edificazione risale al 1901 e venne realizzata per sostituire l’originario edificio abbattuto lo stesso anno, poiché era fatiscente. |
Chiesa di San Bernardino | |
La devozione dei cevesi nei confronti di san Bernardino da Siena viene storicamente fatta risalire a quando, nel suo continuo peregrinare, il frate francescano si trovò a passare per Ceva e fece dono per alcuni giorni dei suoi sermoni alla popolazione, presso la vecchia parrocchiale di Santa Maria del Castello. Questo accadde tra il 1418 e il 1419. |
Chiesa di San Carlo | |
Questa chiesa è situata a metà della contrada di Valgelata nella piazzetta Piantabella intitolata al benefattore che nel 1500 fondò l’opera pia che in seguito si aggregò alla stessa chiesa. |
Chiesa di Sant’Agostino | |
La cappella di Sant’Agostino fa parte del complesso del cimitero urbano. Prese il nome dall’ordine dei padri agostiniani che ebbero in questo luogo il loro convento dal 1473 fino alla soppressione, disposta nel 1798. Il convento e i terreni contigui furono messi all’asta e acquistati da Pietro Silvano e Pietro Boasso. Quest’ultimo cedette poi parte dei suoi poderi nel 1809 al Comune, che aveva deciso di trasferirvi il cimitero. |
Chiesa di Sant’Andrea | |
Gli autori che hanno preso in esame la storia di Ceva citano l’atto relativo alla fondazione dell’abbazia di Santa Maria dei Benedettini di Pinerolo, effettuata da Adelaide di Susa (1016-1091) contessa di Torino e vedova di Oddone di Savoia (1023-1057) figlio del capostipite della signoria, Umberto I Biancamano (980 ca.-1056 ca.). |
Chiesa di Santa Libera (Santa Liberata) | |
La cappella si trova alla Torretta, l’antico borgo di Sant’Andrea, nella parte più alta del quale un tempo era sita l’omonima chiesa. |
Chiesa presso i Palazzi Pallavicino detta del Crocifisso | |
Questa cappella, chiamata anche di Santa Croce in una relazione dell’arciprete Onorato Mari del 1728, consiste in una struttura di modeste dimensioni eretta a ridosso del Palazzo Bianco. |
Il Campanone | |
La struttura nota come Campanone, denominazione che deriva dal suo utilizzo come torre civica, chiamata nei tempi passati anche Torre Campanaria o Torre dell’Orologio, consiste in una torre di epoca medievale riattata nel corso dei secoli. |
Il Castello - I Palazzi Pallavicino | |
All’interno del centro storico di Ceva, nello spazio che separa il greto del fiume Tanaro dal borgo Sottano e dal torrente Cevetta, si eleva una piccola altura che sovrasta l’abitato, quasi completamente ricoperta da un rigoglioso boschetto che nella parlata cebana si è soliti chiamare Castèl. |
Il complesso storico industriale Ex ILSA | |
Dopo la chiusura della Filanda Siccardi e della Filanda Bianchi sul finire dell’Ottocento e venuta meno la possibilità di aprire alcune industrie con cui si erano avviate le trattative (il setificio Les Petits Fils di Lione nel 1900, una vetreria nel 1906, lo stabilimento metallurgico Way-Assauto s.p.a. di Torino nel 1906), la Città stava affrontando un periodo di crisi. Mancavano strutture di una certa consistenza che apportassero lavoro e benessere, al fine di favorire lo sviluppo socio-economico della comunità. Per porvi rimedio il sindaco Adolfo Jemina (1864-1936) accolse la proposta del locale commerciante di stoffe Francesco Romanisio di incontrare alcuni tecnici, suggeritigli dalla ditta Filippone & Levi di Torino, che cercavano un luogo dove installare uno stabilimento per la ... Leggi tutto! |
Il Forte di Ceva | |
Le prime menzioni del Forte di Ceva risalgono alla fine del 1552. Si trattava della costruzione di una fortezza “alla moderna”, adatta a fronteggiare le nuove strategie delle guerre cosiddette di movimento, che a partire dal XV secolo, con lo sviluppo delle artiglierie portatili, avevano costretto ingegneri ed architetti militari a ristudiare radicalmente la modifica dei vecchi fortilizi medioevali, basati sul sistema delle torri e dei fossati. |
Il Forte di Ceva: Chiese della Rocca del Forte | |
Quasi tutti gli studiosi del passato che hanno investigato sulla storia di Ceva si sono espressi sull’ubicazione della … ecclesia b. Mariae Virginis de guardia extra muros oppidi Cevae… (chiesa della Beata Maria Vergine della Guardia fuori delle mura della città di Ceva), citata su un documento di papa Eugenio IV, del 17 maggio 1441. |
Il Forte di Ceva: la Croce sul Forte | |
Dove una volta si ergeva il Forte di Ceva, venne innalzata una Croce Monumentale in omaggio a Cristo Redentore. Il significato di tale opera è molto profondo. La comunità usciva da un secolo molto difficile, che si era aperto con l’occupazione francese a seguito delle invasioni napoleoniche, era proseguito con le Guerre di Indipendenza e chiuso con la disastrosa Guerra di Abissinia e si assisteva già alle prime emigrazioni di massa verso i paesi stranieri in cerca di fortuna. Si auspicava quindi un secolo migliore. Sia il luogo che il simbolo religioso scelto sono carichi di significati: il Forte rappresenta il coraggio, immagine di valore, virtù che crea eroi, difende dagli oppressori, mentre la croce è il segno del sacrificio ... Leggi tutto! |
Il Forte di Ceva: la data e le aperture sulla rocca | |
Molti si domandano cosa significano quei numeri che compaiono su un’ampia superficie tinteggiata alla base della Rocca, a ridosso del vecchio muro, costruito e mai completato per coprire la parte tufacea più incline allo sgretolamento superficiale. Osservando con attenzione si nota che trattasi di un numero di quattro cifre di cui la terza e la quarta di più difficoltosa comprensibilità, come se si fosse provveduto nel tempo a delle correzioni sovrapponendo numeri ad altri. In effetti è proprio quello che avveniva. Sistematicamente veniva scritto, a volte con più accuratezza a volte meno, l’anno che si stava vivendo. Quindi la data non stava a significare la memoria di una qualche particolare circostanza, ma era una semplice tradizione di calendarizzare l’anno in ... Leggi tutto! |
Il Forte di Ceva: la Torre | |
Questa costruzione è l’unica struttura del complesso del Forte ad essere giunta fino ad oggi in modo pressoché completo, senza aver subito rimaneggiamenti o essere stata scapitozzata, come accade spesso alle torri. |
Il Teatro Marenco | |
L’edificio che accoglie il teatro comunale è intitolato a Carlo Marenco e risale al settembre 1861, quando si conclusero i lavori per la realizzazione di una struttura capiente ed idonea a soddisfare le necessità sceniche della compagnia di attori dilettanti locali e del suo pubblico. |
Istituto Derossi | |
L’Istituto, chiamato řo Shpisi in vernacolo cebano, venne fondato dal cavalier Francesco Amedeo Derossi (1699-1779) con testamento del 17 dicembre 1779 e dal fratello monsignor Giuseppe Tommaso, vescovo di Alessandria (1708-1786). I due benemeriti promotori stabilirono che doveva essere amministrato dalla Congregazione di Carità e doveva accogliere i bambini poveri, specialmente gli orfani, di ambo i sessi con la precedenza per i cebani, poi quelli delle terre vicine ed infine i provenienti da tutto il Marchesato di Ceva. Alla morte dei fondatori, non essendo stata ancora istituita in Ceva detta congregazione, il Governo sabaudo suggerì all’amministrazione civica di nominare gli amministratori e i direttori per la pia istituzione. Inizialmente, nel 1787, era chiamato Ospizio di Carità ed ospitò solo adolescenti ... Leggi tutto! |
La Caserma Giuseppe Galliano | |
Molto probabilmente l’idea di costruire una caserma per soldati a Ceva ebbe la sua origine da uno studio del 1872 di un ufficiale dello Stato Maggiore, il capitano Giuseppe Domenico Perrucchetti (1839-1916), divenuto poi generale e senatore, considerato il fondatore del Corpo degli Alpini, con il generale Cesare Ricotti-Magnani (1822-1917) più volte Ministro della Guerra. Nel suo trattato suggeriva un riassetto dell’ordinamento territoriale militare a difesa dei confini alpini d’Italia da una possibile invasione straniera. La proposta prevedeva la costituzione di una serie di distretti dislocati lungo tutto l’arco delle Alpi, con l’indicazione di destinare ad essi militi reclutati nelle località montane di queste, più avvezzi alla rigidità del clima, a spostarsi e faticare su terreni impervi, con legami e ... Leggi tutto! |
La Torre di Porta Tanaro | |
La Torre di Porta Tanaro è l’unico esempio ancora esistente in città di torre-porta medioevale conservata integralmente, quella nota come Campanone è una torre perimetrale. |
Le Case Medievali di borgo Sottano | |
Questa zona della città è sorta in epoca medievale, verso la metà del XIV secolo. Alcuni edifici, nonostante le diverse centinaia di anni trascorsi, portano ancora chiari segni di questo periodo e in alcuni casi si sono conservati quasi inalterati. Benché si possano osservare numerose tracce medioevali lungo il borgo Sottano, ad oggi sono solo quattro le costruzioni che mostrano interi fronti riconducibili al Medioevo, sia perché conservatisi nel tempo, sia perché riportati a vista in seguito a recenti interventi di restauro. |
Le Case Medievali di Valgelata | |
Il tessuto urbano di Valgelata corrisponde ad una delle zone di più antica fondazione dell’attuale centro storico e in particolare la via che la attraversava, poi intitolata ad Amedeo Derossi, tra XII e XIII secolo ne costituiva l’asse viario principale nonché il fulcro degli scambi commerciali di tutta la zona. |
Monumenti ai caduti | |
La città di Ceva porge il suo riconoscimento ai caduti delle guerre di fine Ottocento e della prima metà del Novecento attraverso due monumenti posti in piazza della Libertà, uno vicino alla sponda destra del Tanaro, l’altro nei pressi dell’accesso al parco Perlasca, tra l’edificio delle scuole elementari e la caserma della Polizia Stradale. Inoltre una grossa lapide commemorativa delle vittime delle fucilazioni nazi-fasciste è collocata in un’area cinta da cancellata nelle vicinanze dell’oratorio parrocchiale, nel giardino della scuola materna. |
Monumento a Ferdinando Siccardi | |
Questo monumento venne realizzato in onore del senatore del Regno professore avvocato Ferdinando Siccardi (1833-1906). |
Monumento a Giuseppe Galliano | |
Il monumento al tenente colonnello Giuseppe Galliano è situato nei giardini della piazza intitolata al medesimo, che i cebani, almeno quelli di età un po’ più avanzata, usano ancora chiamare I giardinetti, allestiti nel 1932. |
Monumento al Donatore di Sangue | |
Il monumento è collocato ad una delle estremità del piccolo parco recentemente intitolato alle Vittime delle Foibe, antistante la Casa Albergo per anziani. |
Ospedale | |
Nel medioevo, l’assistenza e la cura degli ammalati della città, dei pellegrini e dei viandanti in qualche modo bisognosi erano affidate alle cosiddette confrerie o confraternite. A Ceva ne furono attive diverse: dello Spirito Santo, di Santa Maria, di Santa Caterina, dei cavalieri Gerosolimitani, chiamati anche di Rodi e in seguito di Malta. Queste miravano tutte alle medesime finalità di sostegno assistenziale, che potevano svolgere grazie a donazioni e rendite derivanti dal possesso di beni immobili o da prodotti di fondi agricoli di loro proprietà. |
Palazzo dei Medaglioni | |
L’accesso in via Roma da via Umberto I avviene oltrepassando un voltone sotto un edificio che si ritiene sia stato la prima abitazione dei marchesi Pallavicino, quando vennero a stabilirsi a Ceva verso la metà del Cinquecento, prima di trasferirsi sull’altura denominata Castello. In corrispondenza del sottopasso, su via Umberto I, a livello del primo piano, si trovano i resti di una loggia tamponata nella quale, sotto due archi a tutto sesto, ad ornamento della facciata, risalta la presenza di due medaglioni rotondi, dipinti in chiaroscuro. All'interno di questi sono raffigurati i profili di due grandi nobili dell’antica Roma: a destra di chi guarda Publio Cornelio Scipione Emiliano detto anche Africano Minore (185 a.C.-129 a.C.) il distruttore di Cartagine, a ... Leggi tutto! |
Palazzo dell’Arciconfraternita di Santa Maria e Santa Caterina | |
Guarino Guarini, una delle figure più importanti del barocco, tra il 1679 e il 1680, compilò e consegnò i progetti che gli erano stati commissionati dall’Arciconfraternita di Santa Maria e Santa Caterina per la costruzione del nuovo oratorio e del palazzo attiguo, da destinare al ricovero degli infermi. Non sono mai state chiarite le circostanze, da chi indagò in tal senso in passato, attraverso le quali i membri dell’Arciconfraternita giunsero nella determinazione di affidare la progettazione della chiesa e dell’edificio dell’ospedale al celebre architetto modenese, così lontano dai contesti storici, artistici e culturali del territorio di Ceva. |
Palazzo dello Zodiaco | |
Questo palazzo si affaccia sulla piazza principale della città ed è il frutto di una lunga serie di interventi che lo hanno interessato durante i suoi quasi 800 anni di esistenza. |
Palazzo di Città | |
Sino alla seconda metà dell’Ottocento non si ebbe una vera e propria sede municipale. Nei secoli precedenti i consiglieri si riunivano presso varie strutture, tra cui l’oratorio di Santa Maria adiacente al convento dei Francescani. Negli statuti della città di Ceva del 1357 si stabiliva che la durata dell’intero consiglio era di sei mesi, mentre il sindaco, scelto fra gli abitanti dei quartieri di Ceva per turnum, non poteva essere rieletto prima di due anni. Verso il 1683, la sede del municipio si trovava presso l’edificio, da poco eretto, accanto al sito su cui sarebbe poi stata costruita la chiesa dell’Arciconfraternita di Santa Maria e Santa Caterina. In seguito si trasferì nello stabile di proprietà dell’Ospedale, in via Pallavicino al ... Leggi tutto! |
Palazzo Società Operaia | |
Questo palazzo fu la sede della Società Operaia, che nacque il 1° settembre 1862 con lo scopo di promuovere il mutuo soccorso tra i suoi iscritti. Era un periodo nel quale esisteva quasi nulla in termini di assistenza e previdenza, pertanto il far parte di questo sodalizio forniva la sicurezza di avere la disponibilità di medici che gratuitamente, o attraverso piccoli rimborsi, garantivano le prime cure ai bisognosi. |
Portici e via Carlo Marenco | |
Dinnanzi alla scalinata del Duomo si sviluppa via Carlo Marenco, fulcro vitale della città, caratterizzata da portici su ambo i lati, sotto i quali hanno sede molte attività commerciali. |
Scuola “Centro Formazione Professionale Cebano Monregalese” | |
Il Centro di Formazione Professionale Cebano Monregalese ha sede in un’ampia porzione del fabbricato che fino alla seconda decade del Novecento era occupato da una filanda, di proprietà di Giovanni Battista Odetto, in cui si effettuava la tessitura sia meccanica che a mano di lino e canapa. Quando l’attività venne dismessa l’edificio venne in parte trasformato in abitazione civile (casa Rosso, dal cognome dell’acquirente) e in parte utilizzato per alloggiamento militare, nei periodi in cui era insufficiente la ricettività della caserma Galliano per acquartierare le truppe presenti a Ceva, dal ciò derivò la denominazione di Caserma Odetto per individuare la struttura. |
Scuola Elementare Statale Giuseppe Galliano | |
A Ceva, fino agli anni Trenta del secolo scorso, non esisteva un edificio destinato esclusivamente alla funzione di scuole elementari. Queste, distinte in femminili e maschili erano ubicate le prime presso il palazzo dell’Asilo Infantile Umberto I (oggi istituto Baruffi), le seconde presso “il Collegio” o Palazzo Borgognone (oggi scuola secondaria di primo grado Momigliano). |
Scuola: Istituto comprensivo Attilio Momigliano | |
Il Palazzo Borgognone è la sede della scuola secondaria di I grado dell’Istituto comprensivo intitolato ad Attilio Momigliano, insigne scrittore nativo di Ceva, uno dei massimi critici letterari italiani del Novecento. |
Scuola: Palazzo Asilo Infantile Umberto I (Istituto Baruffi) | |
Nel 1855, il sindaco Lorenzo Siccardi (1795-1876) propose l’istituzione di un asilo aperto ai bambini di tutte le estrazioni sociali, sulla base degli indirizzi dati delle Autorità Scolastiche, con il coinvolgimento nell’iniziativa di altri enti sociali locali. Venne formata un’apposita commissione per studiare i termini per la realizzazione del progetto formativo, ma poco dopo, la collettività cebana dovette misurarsi con i problemi apportati dal manifestarsi dell’epidemia di colera e il progetto venne rinviato di alcuni anni. |
Stazione Ferroviaria | |
L’arrivo della ferrovia a Ceva modificò radicalmente la conformazione dei terreni che si estendevano ai piedi della Rocca del Forte e della collina detta Baglione. Benché per buona parte piuttosto scoscesi, questi rappresentavano una delle superfici coltivabili più vicine al centro abitato ed erano soprattutto piantati a vigneti, sovrastanti l’ultimo tratto del torrente Cevetta, prima della sua confluenza nel Tanaro. La zona fu oggetto di massicci interventi di sbancamento che compromisero parzialmente la produttività agricola di alcuni cascinali lì intorno e l’attività di una fornace che fu presto dismessa. |
Cimitero di Sant’Agostino | |
Nel 1804 il governo francese aveva esteso anche al Piemonte le disposizioni del Décret Impérial sur les Sépultures, meglio noto come Editto di Saint Cloud che prevedeva tra l’altro la dislocazione dei cimiteri fuori dai centri abitati in luoghi arieggiati e soleggiati. |
Frazione Malpotremo: Cappella di Maria Vergine Assunta | |
La Cappella dell’Assunta sorge a lato della strada che attraversa la borgata Voarini, con il fronte rivolto a sud-ovest. |
Frazione Malpotremo: Cappella di San Grato | |
La piccola cappella campestre dedicata a san Grato di Aosta, protettore dei raccolti dalle tempeste, è posta ad un paio di chilometri dall’abitato di Malpotremo a lato della strada provinciale che attraverso i boschi porta a Perlo. |
Frazione Malpotremo: Cappella di San Rocco | |
La cappella dedicata a san Rocco di Montpellier è la prima costruzione che si incontra arrivando alla piccola borgata delle Penne, che dista circa un chilometro dall’agglomerato principale della frazione di Malpotremo verso sud-ovest. |
Frazione Malpotremo: Chiesa parrocchiale di San Bartolomeo | |
L’ubicazione di questa chiesa, piuttosto distante dall’abitato della frazione, fa presumere che sia stata costruita, verso le prime decadi del Cinquecento, sui resti di un altro edificio di culto a servizio del vicino castello, ormai inesistente. |
Frazione Malpotremo: il Castello | |
La strada proveniente da Ceva, subito prima di raggiungere l’abitato di Malpotremo, lambisce una collina comunemente indicata come “Castello”. Si tratta di un’altura che presenta chiare tracce di una modellazione artificiale da parte dell’uomo, oggi circondata da boscaglia e per la maggior parte ricoperta da arbusti, dai quali però emergono qua e là resti di murature in pietra. |
Frazione Mollere: Cappella di San Rocco | |
All’incrocio tra la vecchia strada proveniente da Ceva e quella che conduce al piccolo cimitero della frazione è sita la cappella dedicata a San Rocco. Di questa si hanno già notizie sul finire del Settecento poiché, come avveniva presso altri luoghi di culto di Ceva, è documentato che fossero abbandonati neonati illegittimi sulla sua soglia. |
Frazione Mollere: Chiesa parrocchiale di San Marco | |
La chiesa parrocchiale di San Marco è posta al limitare orientale della frazione, dirimpetto al ponte sul torrente Cevetta, su cui transitava la vecchia statale 28 bis. Da una relazione del 1906 di don Antonio Dotta, primo parroco canonicamente investito, si evince che una chiesa eretta in parrocchia esisteva già dagli inizi del XVII secolo, stante la presenza nell’archivio dei libri dei conti e dei registri di nascita, matrimoni e morti che datano dal 1611. Non esistono documenti relativi alla costruzione dell’edificio sacro, ma lo stesso compare delineato sulla veduta di Ceva della seconda metà del Seicento di Francesco Toscano, nelle adiacenze del castello dei Doria, quindi pressappoco dov’è situato ora. |
Frazione Mollere: Il Castello | |
Di questo maniero, situato nei pressi del punto in cui il rio Recurezzo confluisce nel torrente Cevetta, sono visibili soltanto più alcuni ruderi, tra i quali una porzione di un torrione d’angolo di forma rotonda. |
Frazione Poggi San Siro: Cappella di San Giuseppe | |
Questa chiesa si trova nella borgata Villaro, addossata al fabbricato dell’ex scuola elementare ed è sconsacrata ormai da tanti anni. Siccome è distante solo una decina di metri da quella parrocchiale, costruita molto tempo prima, non sono chiari i motivi della sua edificazione, salvo ipotizzarne la funzione di oratorio ad esclusiva pertinenza della compagnia di san Giuseppe non più esistente. |
Frazione Poggi San Siro: Cappella di San Grato | |
Questa cappella sorge in aperta campagna, su una collinetta in posizione panoramica, a circa 500 metri ad ovest della località Cui nella borgata Costa. |
Frazione Poggi San Siro: Cappella di San Rocco | |
Si tratta del principale edificio di culto della borgata Costa e, rispetto al complesso dei Poggi San Siro, è secondo solo alla chiesa parrocchiale per dimensioni e importanza. Si trova al centro della località nota come Roà e si può considerare un luogo simbolo dei Poggi, cardine attorno al quale si svolge la vita sociale della frazione. |
Frazione Poggi San Siro: Cappella di San Sebastiano e San Lorenzo | |
Questa cappella si trova nella borgata Costa, tra le località Ruelle e Bric, all’incrocio tra la strada che passa sulla cresta delle colline attraversando l’intero abitato e la ripida discesa che raccorda la prima strada con quella che conduce alle borgate Villaro e Bertini. |
Frazione Poggi San Siro: Chiesa parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù | |
La chiesa parrocchiale dei Poggi San Siro, dedicata al Sacro Cuore di Gesù, si trova nella borgata Villaro nei pressi della vecchia scuola elementare, della chiesa di San Giuseppe e della casa parrocchiale. |
Frazione Poggi Santo Spirito: Cappella di San Benedetto | |
La cappella di San Benedetto è ubicata in località Marogna, un vecchissimo complesso di case che dista alcune centinaia di metri dall’agglomerato principale della frazione, in direzione dei Poggi San Siro, il cui nome deriva probabilmente da un affioramento di una vena di carbon fossile presente nel luogo, ancora rinvenibile pochi decenni fa. |
Frazione Poggi Santo Spirito: Cappella di San Giuseppe | |
Questa cappella è ubicata nei pressi della cascina Palazzo, sulla strada che porta ai Poggi Santo Spirito ed ha subito recentemente delle massicce modifiche strutturali. Si presenta come un porticato aperto su tre lati con un muro attribuibile all’edificio precedente che era completamente chiuso. La parete presenta un vecchio affresco in stato di degrado, in cui si nota raffigurata l’incoronazione di Maria con san Michele Arcangelo sulla destra e un altro santo alla sinistra, con libro e bastone, al centro vi è un paesaggio dipinto sullo sfondo. |
Frazione Poggi Santo Spirito: Cappella di San Rocco | |
La cappella di San Rocco è situata poco distante dalla località Gaiotti (o Michelotti) a nord dell’abitato dei Poggi, su un piccolo rilievo a fianco della strada provinciale per Battifollo. |
Frazione Poggi Santo Spirito: Cappella di Santa Lucia | |
La cappella di Santa Lucia è sita in località Mazzarelli, un gruppo di case disposte su un promontorio al limitare dei boschi, proprio all’imbocco dell’Alta Val Tanaro, sulla sponda sinistra. Il luogo ecclesiasticamente fa parte dell’ambito parrocchiale dei Poggi Santo Spirito. Come testimoniato da un cartiglio che compare sulla facciata, la costruzione dell’edificio di culto risale al 1667, ad opera dei fratelli Giobatta, Marianna, G. Marco e Antonio Mazzarelli, residenti nella borgata. Dalla medesima epigrafe si evince che in origine, oltre che alla santa martire siracusana, l’edificio religioso era stato eretto anche a “onor di Dio e San Bernardino”. |
Frazione Poggi Santo Spirito: Chiesa parrocchiale di Santo Spirito e Sant’Antonio | |
L’attuale edificio sede della chiesa parrocchiale della frazione dei Poggi Santo Spirito è il frutto di una lunga serie di rimaneggiamenti eseguiti nel corso dei secoli. |
Frazione Poggi Santo Spirito: Torre di Memo | |
La torre di Memo (Tor ‘d Mèmo) o almeno quel che ne resta, pressoché ormai nascosto dalla fitta vegetazione, si trova su una prominenza della costa fra i rittani di Pongano e dei Rascazzi, a 709 metri sul livello del mare, pressappoco alla fine del pianoro denominato Pian di Ghigliano, non distante dalla vecchia e irta strada che, attraverso i boschi, dalla località Mazzarelli di Ceva conduce a Battifollo. La sua posizione consente una splendida vista sui territori circostanti. |
Località Ferrazzi - Cappella della Madonna degli Angeli | |
La cappella della Madonna degli Angeli, ormai ridotta ad una condizione di elevata instabilità strutturale è situata a circa un chilometro dall’agglomerato principale della località dei Ferrazzi, in una zona denominata Mastrik. Qui è altresì presente un vecchio edificio, più volte riadattato, nelle cui adiacenze vi era una piccola cappella dedicata a San Carlo, ora non più esistente. La struttura di questo fa presumere ad un’originaria sussistenza di un insediamento monastico fortificato. |
Località Ferrazzi - Cappella della Madonna di Loreto | |
La cappella è sita al limitare della borgata dei Ferrazzi, sul bordo sinistro della strada campestre che da questa conduce alla località Costa di Ceva, percorrendo la parte sommitale del sistema collinoso che separa le vallette del torrente Bovina e del rio Canile. Relativamente alla sua erezione si sono potuti reperire documenti attendibili, sconosciuti all’arciprete Olivero che nelle sue Memorie affermò l’inesistenza sia di attestati autentici, che ne datassero la fondazione, sia di legati per la celebrazione di messe. |
Località il Forte: Cappella di San Lino | |
Quasi al confine con il comune di Roascio, su un poggio che sovrasta la località denominata Costabella, da cui si gode una delle viste più ampie e piacevoli dei dintorni di Ceva, sorge una piccola chiesa dedicata a San Lino, primo papa dopo san Pietro. |
Località Piana: Cappella della Madonna della Neve (o dei Sacheri) | |
L’edificio si trova a circa tre chilometri dal centro città a lato della statale 28 verso Lesegno. Le sue dimensioni sono modeste e rimandano alla struttura di un tempietto. Mostra esternamente un’architettura molto semplice di stampo ottocentesco. |
Località Piana: Cappella di San Giovanni del Bosco | |
Per la sua relativa vicinanza alla Piana, pur non facendo parte del suo ambito territoriale, è da annotare la presenza di questa vecchia cappella posta su un crinale panoramico, nel punto di incontro dei confini tra i comuni di Ceva, Lesegno e Mombasiglio. |
Località Piana: Cappella di San Pietro in Vincoli | |
Nella zona di Ceva detta Piana verso i primi giorni di agosto, come secolare consuetudine dopo il periodo della mietitura, si è soliti far festa presso la cappella di San Pietro in Vincoli. |