Seguici anche su Facebook! |
In questa data particolarmente tremenda fu la notte, quando verso le due il Cevetta straripò in più punti del suo percorso cittadino a causa delle piogge persistenti, che già avevano danneggiato notevolmente le uve nell’imminenza della loro raccolta. Il torrente invase dapprima il piano terreno di alcune abitazioni del borgo Doria, asportando anche la diga del canale che immetteva l’acqua nel mulino attivo poco più a monte. Dopo la confluenza del Bovina, ingrossato pur esso, il Cevetta sfondò all’altezza del peso pubblico inondando tutta la contrada ed arrecando non pochi danni ai negozi ed ai pubblici esercizi che si affacciavano sulle vie Barberis, Bocca (poi via Roma) ed Umberto I. Bovini ed equini vennero portati via dalle stalle perché rischiavano di soccombere nelle acque che si erano riversate in esse. Il torrente uscì dagli argini anche subito dopo il ponte san Francesco e, formando un canale parallelo al suo corso, si inoltrò nel borgo Moretti (Borgo Sottano) allagandolo completamente per l’altezza di oltre un metro e rovinando parzialmente il ponte detto della Madonna di Campagna, nonché i campi e i prati a valle di questo. Venne pure danneggiato uno dei pilastri del viadotto della linea ferroviaria Ceva-Ormea ed in quel tratto si provvide al trasbordo dei passeggeri fino alla esecuzione dei lavori di riparazione. Questi furono immediatamente realizzati tant’è che, dopo poco più di un mese, il servizio poté riprendere regolarmente. Il Ministero degli Interni provvide a far pervenire un sussidio di L. 600 all’Amministrazione civica affinché provvedesse a distribuirlo alle famiglie più bisognose colpite dall’alluvione.