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Persistenti acquazzoni avevano fatto sì che il quattro settembre già al mattino il torrente Bovina si presentasse con un livello di cui non si aveva memoria, dando avvisaglie di un pericolo imminente. Infatti nelle prime ore del pomeriggio le acque del Cevetta, già ingrossate di per sé ed ulteriormente alimentate da quelle del vicino immissario, superarono i muretti laterali di via Umberto I, valicarono il ponte di san Francesco riversandosi lungo via Moretti e corso Garibaldi. La massa d’acqua e fango invase le cantine ed i piani terreni di tutte le abitazioni, i negozi, i caffè, le trattorie, devastando pure il centralino telefonico.
In quei giorni le piogge continuarono ed otto giorni dopo il torrente registrò nuovamente una terribile piena, con un livello di sessanta centimetri in più della settimana precedente allagando via Barberis, via Roma, via al Forte, via Umberto I e tutto il Borgo Sottano. Non mancarono sulla stampa locale severe critiche all’amministrazione comunale che troppo tergiversava nel portare avanti i progetti di arginatura.