La romanità di Ceva, che secondo alcuni storici del passato si fonda sul “caseo.. Cebanum” di Plinio il Vecchio, sulle “Cevas” di Columella e sulla lapide citata dall’epigrafista Mommsen, è ancor oggi oggetto di dibattito. Certo è che a far tempo dal 1064, anno del diploma di Adelaide di Susa relativo alle sue donazioni “infra villam Cevam” ai Benedettini di Pinerolo, la storia della Città si è articolata attraverso una cospicua serie di eventi importanti. Dall’insediamento dei marchesi di stirpe aleramica al periodo fiorente di Giorgio II il Nano, dai primi statuti della metà del Trecento all’istituzione del Capitanato, dalla sudditanza al contado di Asti, a Milanesi, Francesi, Imperiali ed infine ai duchi sabaudi con l’avvento dei marchesi Pallavicino e poi ancora la costruzione e il prestigio del Forte, le pestilenze di inizio Seicento, l’edificazione del Duomo, l’invasione francese di fine Settecento, la decadenza nel periodo post-napoleonico e il modesto rifiorire dell’Ottocento, le guerre Mondiali, l’occupazione tedesca e la lotta partigiana. Un insieme di fatti eclatanti che non possono che far considerare Ceva una città ricca di storia. Proprio in funzione di questo considerevole patrimonio di fonti storiche si possono creare delle prospettive per un’infinità di ricerche tematiche e cronologiche, partendo dalla bibliografia e dall’iconografia esistente e proseguendo con uno specifico lavoro di consultazione ed utilizzo del materiale a disposizione negli archivi, soprattutto quelli comunale, parrocchiali e vescovili, ancora parzialmente inesplorati in maniera capillare. Tutto ciò potrà consentire la realizzazione di una completa ed esauriente pubblicazione relativamente a tutti gli avvenimenti che hanno interessato la Città dagli albori della sua esistenza fino ad oggi.
