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Oggi come oggi del centro storico di Ceva si conosce molto poco. Purtroppo nel passato lo stesso non è mai stato oggetto di un vero e proprio studio dedicato, probabilmente a causa della carenza di documentazione archivistica al riguardo. Sebbene Ceva oggi sia ridotta a piccola cittadina di provincia, è a dir poco paradossale che del nucleo principale della capitale di quello che è stato un ricco e potente marchesato tra XIII e XIV secolo si sappia quasi nulla. Si tratta di un importante tassello che manca all’interno della storia cebana.
Tuttora si è a conoscenza della grande influenza che questa città ebbe nel panorama politico del Piemonte meridionale dell’epoca basso medievale, si ignora però quasi totalmente quali fossero le caratteristiche costruttive della stessa. Al contrario, di molti altri centri meno importanti o ingranditisi in epoche successive rispetto a Ceva, si conoscono molto bene i vari momenti che hanno caratterizzato lo sviluppo dell’abitato.
In passato si è provato a dare solo un quadro generale sulle possibili modalità di sviluppo del tessuto urbano, senza mai sbilanciarsi troppo nel fare determinate affermazioni, mantenendosi sempre nel vago; si intuisce perciò che si tratta di una questione molto complessa.
La carenza documentale è però compensata da una probabile ricchezza di informazioni che può pervenire dal tessuto urbano medesimo, infatti è molto probabile che la città del XIV secolo sia stata “cristallizzata” giungendo fino a noi intatta, come dimostrato da alcuni recenti interventi di restauro sulle facciate del centro.
I secoli successivi non videro l’ampliamento dell’insediamento, se non l’espansione di piccoli borghi fuori le mura. Si assistette più che altro al massiccio riutilizzo delle strutture dell’edificato di epoca medievale.
Solo a partire dal XIX secolo, con la costruzione delle linee ferroviarie Torino - Savona e Ceva - Ormea e della relativa stazione ferroviaria, si evidenziarono i primi, seppur limitati, fenomeni di espansione urbana, prima del grande “boom” edilizio che a partire dagli anni Sessanta del Novecento vide l’occupazione di grandi porzioni di territorio agricolo pianeggiante lungo alcune direttrici stradali.
Per quanto riguarda il solo centro storico, il principale obiettivo consiste nell'andare a ricostruire le principali fasi che ne hanno caratterizzato lo sviluppo fino a fargli assumere l'attuale consistenza, concentrandosi sul massimo periodo di produzione edilizia che si ipotizza essere stato tra il XIII e il XV secolo.
Grande attenzione dovrà poi essere rivolta allo studio delle trasformazioni dell’edificato di origine medievale dal XVI al XVIII secolo, evidenziandone il “modus operandi”, le tecniche e le tipologie di interventi eseguiti (sopraelevazioni, ridistribuzione degli orizzontamenti, riquadrature bucature, ecc.).
Un altro campo di analisi dovrà riguardare le trasformazioni avvenute dalla metà del XIX secolo ad oggi, per le quali si richiede un attento lavoro di ricerca archivistica finalizzato a mettere in evidenza e chiarire i principali passaggi dello sviluppo extraurbano della città (eventuali piani di ampliamento).
Per ogni fase si richiede di andare ad individuare il periodo e le caratteristiche comuni che si riscontrano all’interno dell'edificato. Quest’ultimo aspetto diviene di fondamentale importanza al fine di scoprire le tendenze compositive e le diverse influenze stilistiche che hanno segnato l’edilizia cebana nel corso del tempo.
Una volta determinati i principali stadi di espansione del tessuto urbano, si richiede altresì di avanzare delle ipotesi circa le motivazioni che hanno portato lo stesso ad evolversi in questo determinato modo, basandosi sulle vicende storiche e politiche dell’epoca.
Questa ricerca deve essere mossa sia sulla base delle fonti documentarie che dall'analisi delle fonti materiali, visti i numerosi elementi riportati in vista negli ultimi anni, facendo riferimento a tecniche di indagine fondate sulla diagnostica non distruttiva.