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Nel 1553 i genovesi, alleati della Spagna, richiesero all’imperatore Carlo V la costruzione di una struttura fortificata sulla Rocca sovrastante Ceva per sbarrare la via verso la Riviera alle truppe francesi accampate nell’astigiano. La fortezza venne poi abbattuta dai Francesi e ricostruita da Emanuele Filiberto di Savoia a partire dal 1559. Da allora fu tenuta nella massima considerazione dai duchi sabaudi a protezione dei loro confini meridionali. La fortificazione fu interessata da tutti gli eventi bellici verificatisi nei due secoli successivi. Resistette alle truppe napoleoniche e fu rasa al suolo nel 1801 in seguito alle condizioni imposte da Napoleone stesso dopo la vittoria di Marengo. Nel periodo della sua massima espansione occupava tutta la sommità della Rocca ed era dotata di cinque bastioni e di un corpo a tenaglia verso le colline retrostanti. Per molto tempo oltre che come baluardo di difesa venne utilizzata anche come prigione. Di pertinenza del forte sono stati anche quattro siti religiosi, di cui uno in grotta preesistente ad esso, che ancor oggi presenta molti pregevoli affreschi vecchi di secoli e viene individuato come Cappella dell’Addolorata. In uno degli antri adiacenti a questa nel Settecento venne allestita un’altra cappella molto più semplice detta di sant’Antonio da Padova, mentre all’esterno della galleria che conduce alle grotte vi era la cappella della Madonna della Guardia poi trasformata in locale a servizio del forte e andata completamente distrutta quando questo fu minato. Sul piazzale superiore della fortezza era situato un quarto piccolo edificio di culto dedicato a san Giuseppe di cui si sono perse le tracce. L’unica struttura di quel tempo ad essersi conservata quasi interamente integra è una Torre di guardia posta fuori dal perimetro delle mura bastionate, sulla vecchia strada per Murazzano.
In sede di ricerca, partendo da testi già esistenti, si richiede un dettagliato studio tecnico su ogni elemento strutturale (bastioni, cortine, rivellini, spalti, porte, caserme, palazzi, gallerie, impianti di approvvigionamento idrico, ecc.) e sulla complessiva evoluzione edificatoria nel corso dei secoli. In termini di accadimenti si dovrà relazionare ampiamente su ogni singolo fatto, bellico e non, che ha interessato la vita del forte negli oltre due secoli e mezzo della sua esistenza. Parimenti per le quattro cappelle si dovrà procedere con una approfondita analisi della loro storia, con particolare riferimento anche agli aspetti pittorici ed architettonici.