Seguici anche su Facebook! |
Citato in un documento per la prima volta nel 1111. Quello che viene comunemente definito “Castello di Ceva” è una realtà pluristratificata, fulcro primordiale che per primo ha dato le origini all’abitato nella porzione di terra compresa tra il fiume Tanaro e il torrente Cevetta. Sorto sulla collina tra i due corsi d’acqua, dell’originario castrum aleramico documentato nel XII secolo, si hanno frammentarie notizie e si ignora quale fosse la sua conformazione e l’organizzazione spaziale. Fino al XVII secolo qui era collocata la duecentesca chiesa parrocchiale di S. Maria del Castello, ridotta in rovina e abbattuta in seguito alla edificazione dell’attuale Duomo. Caduta l’antica famiglia marchionale dei Ceva, l’area fu acquisita nel XVI secolo da Giulio Cesare Pallavicino, dando inizio al processo di trasformazione della collina, da cittadella fortificata a residenza nobiliare. Sulla base delle precedenti strutture furono costruiti il Palazzo Rosso e il Palazzo Bianco (in corrispondenza dell’antica casa canonicale) con annessa cappella palatina detta del Crocifisso del XVII secolo. Nel tempo la collina fu dotata di appositi sistemi difensivi già in rovina a metà Ottocento.
Il primo obiettivo è quello di definire le fasi delle trasformazioni di questa altura a partire dal XII secolo e di avanzare delle ipotesi circa le caratteristiche e le conformazioni assunte in ognuna di esse, in particolare il castrum aleramico. Si dovrà proporre un modello di conformazione spaziale del borgo, delle strutture presenti nonché un’ipotesi di sviluppo. Nello specifico si richiede di approfondire la conformazione e lo sviluppo delle strutture di pertinenza signorile e di quelle ecclesiastiche.
Altro obiettivo è quello di chiarire l’andamento e l’espansione del sistema difensivo dell’altura dall’XI al XVI secolo sulla base dei numerosi resti materiali e iconografici. Segnatamente si tratta di definire con precisione le caratteristiche del sistema, il tracciato con la posizione di torri, porte, bastioni, ecc.
Relativamente al Palazzo Rosso, la finalità è quella di definire con esattezza lo sviluppo, dal XV al XIX secolo, avanzando delle supposizioni circa la conformazione e l’aspetto via via assunti nel corso del tempo, anche attraverso l’ausilio di tecniche di analisi non invasive. Inoltre uno studio a sé può essere intrapreso sul ciclo di affreschi che adornano l’interno.
Per quanto riguarda il Palazzo Bianco, il principale obiettivo è quello di capire quanto della antica casa canonicale sia inglobato all’interno dell’attuale struttura e, anche in questo caso, formulare delle ipotesi in merito alle trasformazioni e alle conformazioni assunte nel corso dei secoli.
Inoltre, anche con l’ausilio di specifiche tecniche di indagine, si dovrà cercare di risalire all’esatta ubicazione, forma e orientamento della antica parrocchiale.
Infine produrre una cronologia dettagliata degli interventi e delle trasformazioni del sito, del complesso dei fabbricati e delle conformazioni murarie accessorie e approntare una serie di elaborati grafici atti a riprodurre lo sviluppo durante le varie fasi evolutive del castrum e delle strutture perimetrali del Palazzo Rosso e di quello Bianco.
Le risorse constano in resti materiali di murature all’interno del parco e nelle strutture esistenti.
Risorse iconografiche sono quelle che possono essere desunte dall’apposita sezione sul sito internet di Ceva nella Storia.
Gli studi potranno essere organizzati in una presentazione dei risultati raggiunti, pubblicazione di un saggio e inserzione on-line sul sito internet di Ceva nella Storia, allestimento di mostra temporanea e successiva esposizione permanente degli elaborati all’interno del museo storico.