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Associazione Ceva nella Storia - 14. Castelli e torri sul territorio comunale di Ceva

14. Castelli e torri sul territorio comunale di Ceva     Torna all'indice


Oltre al Palazzo Rosso ed al Palazzo Bianco, che sorgono sull’altura che domina il centro storico e che insieme costituiscono il cosiddetto “Castello” di Ceva, altri due castelli insistevano su quello che è oggi il territorio comunale. Il più antico era quello che occupava la sommità di una piccola collina antistante l’abitato della frazione Malpotremo. Non se ne conosce l’epoca della costruzione, ma alcune tracce documentarie lo danno già edificato all’inizio del XII secolo. Andò distrutto probabilmente nel corso del Seicento e di esso non restano che pochi ruderi sparsi in un’intricata boscaglia. Anche del secondo non si conosce il periodo di edificazione, ma compariva già citato su documenti del Cinquecento e appartenne per un certo tempo alla famiglia genovese dei Doria. Si ergeva nella frazione Mollere nei pressi della confluenza del rio Ricorezzo nel torrente Cevetta. Se ne distinguono ancora diverse vestigia tra cui una porzione di un torrione di forma rotonda. Inoltre, in una zona boschiva ai confini con il comune di Battifollo, sono ancora riscontrabili i resti di una antica torre a base quadrata, presumibilmente di avvistamento, che è nota come Torre di Memo.
L’obiettivo principale consiste nel raccogliere il maggiore numero di informazioni circa queste strutture con l’obiettivo di fare chiarezza sul loro processo di sviluppo avanzando opportune ipotesi ricostruttive.
In particolare si tratta di risalire alla conformazione spaziale individuando gli ambienti con le relative funzioni ospitate nel corso del tempo al fine di determinare gli spazi della residenza, quelli di servizio e quelli destinati alla difesa. Allo stesso tempo si richiede di evidenziare le tecniche costruttive impiegate ed eventualmente le caratteristiche architettoniche e la loro evoluzione.
Ciò deve avvenire analizzando in maniera approfondita le fonti materiali, procedendo innanzitutto con un rilievo metrico di dettaglio delle strutture ancora esistenti, per poi eseguire analisi specifiche (esempio georadar, analisi delle malte, ecc.). Allo stesso tempo devono essere verificate le fonti documentali, riordinando l’attuale “sapere” sull’argomento.
Come risultato finale si dovranno avanzare delle ipotesi ricostruttive e di sviluppo circa la consistenza degli edifici sulla base dei dati raccolti, redigendo una apposita cronologia ed elaborati grafici.