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Associazione Ceva nella Storia - 15. Chiese e cappelle della Città e delle sue frazioni

15. Chiese e cappelle della Città e delle sue frazioni     Torna all'indice


Sul territorio comunale di Ceva vi sono cinque chiese parrocchiali, una in Città intitolata a Maria Vergine Assunta, più comunemente individuata come Duomo, ed una in ognuna delle quattro frazioni: San Bartolomeo a Malpotremo, San Marco alle Mollere, Sacro Cuore di Gesù ai Poggi San Siro, Santo Spirito e Sant’Antonio ai Poggi Santo Spirito. In centro, nelle località di periferia e nelle frazioni sono poi presenti molti altri edifici di culto minori, alcuni più vetusti delle parrocchiali stesse e molti adorni di elementi artistici di particolare pregio. Quasi tutte queste chiese e cappelle, anche se non frequentemente officiate, sono comunque mantenute in decoroso stato e restano a testimoniare la significativa e profonda religiosità che ha da sempre contraddistinto la popolazione cebana.
Partendo dal lavoro svolto dagli autori nel libro “Ceva - Chiese Palazzi Monumenti” dove vengono individuati e descritti tutti i luoghi di culto presenti sul territorio del Comune di Ceva e sono raccolte tutte le informazioni ad oggi in possesso al riguardo, si chiede di approfondire la conoscenza di queste strutture attraverso una specifica ed attenta analisi delle fonti documentarie ed iconografiche reperibili negli archivi parrocchiali e diocesani, in quello comunale ed eventualmente in altri privati, al fine di redigere dettagliate cronologie in merito alle varie fasi di costruzione, sviluppo e trasformazione delle strutture medesime nel corso del tempo.
Un altro ambito per il quale occorrerà una profonda disamina è quello culturale e morfologico ovvero si dovrà ricostruire la “storia” a partire dai motivi che hanno portato alla costruzione, all’ampliamento e alla modifica degli edifici religiosi nel corso del tempo allargando l’indagine inoltre a quella che è stata “la vita”, cioè le attività, le manifestazioni di culto e popolari, i fatti salienti, gli avvenimenti che li hanno interessati e le comunità che gravitavano e ancora gravitano attorno ad esse.
Si chiede inoltre di ampliare la conoscenza dell’esistente attraverso un rilievo metrico di dettaglio, con relativa analisi architettonica che inquadri il manufatto in una corrente stilistica o “modus operandi”, ne evidenzi i processi evolutivi e le soluzioni progettuali e compositive adottate.
Un ulteriore aspetto oggetto di studio potrà essere quello artistico, con minuzioso esame delle opere esistenti, e eventualmente di quelle non più presenti, e delle vicende ad esse connesse, al fine di risalire all’epoca, agli autori, ai committenti, alle motivazioni e ai procedimenti che hanno portato alla creazione delle stesse.