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Associazione Ceva nella Storia - 26. Gli Esposti

26. Gli Esposti     Torna all'indice


Non è dato per certo che in Ceva esistesse una vera e propria “ruota” degli esposti, ma già dal Settecento è documentato che sulla porta di alcune chiese sovente si trovassero neonati illegittimi abbandonati. Il fenomeno dell’abbandono dei figli che non si poteva o non si voleva riconoscere ed allevare accrebbe sensibilmente nel corso dell’Ottocento con una media di 40 unità negli anni centrali del secolo e una punta di 55 nel 1863. Dopo gli anni Settanta vi fu un sensibile calo e la media si assestò sui 16-18 per anno. I dati si riferiscono alla sola parrocchia di Maria Vergine Assunta. L’ingresso dell’ospedale divenne il luogo dove più frequentemente si compiva l’angoscioso gesto. Purtroppo il segno di stirpe ignota veniva molto sovente scriteriatamente impresso con l’assegnazione di cognomi assurdi, che denotavano disdicevole mancanza di umanità da parte di chi vi provvedeva. In Ceva nell’Ottocento era d’uso agli esposti dello stesso anno assegnare un cognome che iniziava con la medesima lettera dell’alfabeto, così per il 1852 abbiamo la lettera “A” (esempi: Abuchir, Ararat, Apennini,ecc) per il 1853 la “B” (Bessarabia, Barbada, Bolivia, ecc.) per il 1854 la “C” (Cabul, Carpazi, Cascona, ecc.) e così via.
L’obiettivo è quello di proporre una ricerca approfondita non solo sulla statistica anagrafica o sul gesto dell’abbandono in un determinato ambito cronologico di riferimento, ma sulle ragioni sociali che lo possono aver provocato, sull’avvilente eredità legata ad una nascita nell’anonimato, sulla condizione di precarietà di un individuo privo della memoria della discendenza, su come si evolveva la sua vita dopo essere stato “marchiato” con la dicitura di “figlio di N.N.”.
Interessante sarebbe anche ampliare l’indagine sul fatto che pochissimi di questi cognomi si sono mantenuti fino ai giorni nostri. Sarà anche importante un confronto tra quanto succedeva in passato e le analoghe situazioni della nostra epoca, in cui si sono succedute molte leggi e normative a tutela dell’infanzia abbandonata.