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Associazione Ceva nella Storia - Casata dei Ceva '500: FEBO Ceva (morto 1542-43)

Casata dei Ceva '500: FEBO Ceva (morto 1542-43)     Torna all'indice


Fu un valente guerriero.

Febo dei marchesi di Ceva, consignore di Sale, Priero, Castelnuovo, Montezemolo e della Chiusa.

È stato sicuramente un personaggio singolare, insieme a suo fratello Gilardino che ebbe la Gran Croce dell’Ordine dei Cavalieri di Rodi (Malta). Entrambi furono uomini di pochi scrupoli, approfittarono di qualsiasi pretesto per impossessarsi dei beni dei propri parenti.

Febo era conosciuto come uomo d’armi, gradito ai re delle corti europee per la sua arguzia e consigli schietti.

Visse nella prima metà del secolo XVI e risulta già morto nel 1547, probabilmente suicida. Molto probabilmente trovò la morte verso il 1542 - 1543.

Discendente di Giorgio II il Nano, da parte del suo secondogenito Guglielmo che aveva lasciato al figlio Francesco Priero, Sale, Castelnuovo e metà della Chiusa.

Dai documenti a disposizione non si riesce a risalire al nome di suo padre. In una carta riportata da Gaspare Sclavo, risulterebbe figlio di un gentiluomo francese di nome Gaspare Fleury e di Battistina Ceva, unica continuatrice del ceppo famigliare e per questo ereditò l’intera quota dei suoi beni.

Sebbene caratterizzato da comportamenti opportunistici, si mantenne filo francese nei periodi d’invasione. Viaggiò molto e fu costretto a tenersi fuori dallo Stato per queste ragioni.

Nel 1507 conobbe il principe d’Urbino (della Rovere) e soggiornò alla sua corte, questi gli donò il feudo di Montezemolo nel 1510 per i servigi ricevuti.

Il 5 gennaio 1524 Febo e i suoi fratelli vennero investiti dal re di Francia e il 4 gennaio 1527 dall’imperatore Carlo V.

Fu Capitano di Ceva nel 1523 e 1532. Ottenne altre investiture il 19 aprile 1530 per la sua parte di Ceva e l’8 maggio 1531 per parti in successione dai suoi parenti dal ramo paterno che erano state confiscate, ma stessa sorte toccò anche ai suoi beni, che vennero confiscati dal fisco ducale.

Come molti suoi parenti, era in possesso di alcune parti del castello di Ceva, però usò spavaldamente il prestigioso simbolo all’epoca della dominazione francese.

Secondo un documento dell’archivio del Castello di Sale, il Castello delle Mollere fu in suo possesso e probabilmente costruito da lui.

Ebbe due figlie Caterina e Barbara. La primogenita Caterina si sposò con Carlo Francesco Balbis (figlio del presidente del Senato Nicolao) che fu infeudato da Carlo II, Duca di Savoia il 21 gennaio 1545. Nel 1550 vi fu un istrumento di vendita da parte del Presidente Nicolao Balbis e suo figlio Carlo Francesco a Marc’Antonio Doria Del Carretto Principe di Melfi dei tre quarti del feudo ereditato da Febo.

Questo marchese era un personaggio estroverso, crudele ed affascinante allo stesso tempo che sollecitò le fantasie di alcuni scrittori: sulla sua vita fu scritto un romanzo storico dal titolo Febo dei marchesi di Ceva di Leopoldo Viglierchio nell’Ottocento; ed è citato assieme al fratello Gilardo (Febus e Ghirardino fratelli da Ceva) nel libro Del cortigiano di Baldassar Costiglione.

Morì tra il 1542-43.