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Ultimo erede della casata marchionale dei Ceva, con la morte dell’abate Pietro Celestino Ceva Lesegno canonico penitenziere della collegiata di Ceva, sparì da Ceva ogni traccia dei suoi antichi marchesi.
Non vi erano più abitazioni o proprietà ascritte ad alcun erede di questa stirpe e alcuni rami si dispersero per varie città del Piemonte e dell’Italia, senza aver ormai titolo ereditario.
Il canonico Pietro Celestino era il figlio del marchese Giovanni Giacomo Ceva Lesegno.
Il vescovo di Mondovì, monsignor Pio Vitale barone dell’impero, lo nominò per suo conto a fabbriciere della chiesa di Santa Maria e penitenziere.
Insigne benefattore della collegiata e che la servi in qualità di penitenziere per 55 anni, nel 1793 fece restaurare la parte dell’antica chiesa di Sant’Andrea che era unita alla cascina, facendovi apporre un’iscrizione commemorativa in latino che ne ribadiva i passaggi storici essenziali, ossia che era stata edificata nel X secolo ed eretta in canonicato nell’ambito di Santa Maria de Castro nel 1338, insignita del titolo di penitenzieria nel 1780:
Divo . Apostolo . Andreæ . vergente . Sæculo X .
Suburbanæ huius parœcicæ patrono animarum cura in divæ Mariæ intra urbem translata ecclesia cum praediis et iuribus erecta in canonicatum anno MCCCXXXVIII. Pœmitentiariæ titulo insignitum anno 1780. Petrus Cœleslinus ex Marchionibus Cevæ, et dominis Lisigni canonicus pœnitentiarius pristinæ œdi vetustate collabente longevoque iamdiu interdicto obnoxiæ, ne tutelaris patroni memoria in suburbio deperderetur hoc sacellum suffecit an. MDCCXCIII.
Morì il 27 dicembre 1845.