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Associazione Ceva nella Storia - Casata dei Pallavicino ‘800: EMILIO marchese di Ceva e di Priola (Genova 1823 - Roma 1901)

Casata dei Pallavicino ‘800: EMILIO marchese di Ceva e di Priola (Genova 1823 - Roma 1901)     Torna all'indice


Nacque l’8 dicembre 1823 a Genova ed era figlio di Marianna Escoffier e del marchese Ettore Valentino Giuseppe.

Diverse campagne di guerra, promozioni, onorificenze tra cui una medaglia d’oro per la repressione del brigantaggio nel Meridione, formano la splendida aureola di meriti che onorano questo importante personaggio del Risorgimento. A Roma è esposto il suo ricchissimo medagliere presso il museo dei Bersaglieri.

Si sposò con Ottavia Manfredi e non ebbero figli. Nelle brevi pause del suo servizio abitava nel “castello rosso” di Ceva.

Nell’albo della Società Operaia fu il primo presidente onorario.

Il 14maggio 1833 entrò nell’Accademia Militare di Torino e ne uscì ad agosto 1842 col grado di sottotenente del 16° fanteria.

Nel 1848 entrò nel corpo dei bersaglieri come tenente. Si distinse nella repressione della rivolta di Genova, poiché liberò il capitano Govone, che era prigioniero degli insorti e per questo ebbe la medaglia d’argento.

Il 31 marzo 1851 venne promosso capitano e comandò in Crimea la 2ª Compagnia del 3° Battaglione provvisorio, era ufficiale d’ordinanza del generale Alessandro La Marmora.

Nella campagna del 1859, l’8 maggio ebbe una menzione onorevole al valor militare per essersi distinto in una ricognizione difensiva a Casale”.

Il 24 giugno gli venne conferita la croce di cavaliere dell’ordine militare di Savoia per il valore mostrato durante la ritirata della 5ª divisione a San Martino, riportando alcune ferite.

Nella campagna del 1860, era comandante del 16° battaglione e si fece notare durante l’espugnazione di Perugia, ebbe il comando di una delle colonne che operarono contro la rocca Paolina e prese parte all’assedio di Ancona, ottenendo la promozione a tenente colonnello per merito di guerra.

In seguito partecipò alla battaglia dell’assedio di Civitella del Tronto e alla campagna contro i briganti in Abruzzo e venne decorato con la medaglia d’oro al Valore Militare.

Venne promosso colonnello ed ebbe il comando di 1° Reggimento Bersaglieri.

Nel 1862 ebbe l’incarico di opporsi all’avanzata di Garibaldi che tentava di entrare nello Stato Pontificio, sulle alture di Aspromonte. Grazie alla sua sagacia militare, catturò Garibaldi (quest’ultimo lodò il Pallavicino e lo volle come suo aiutante di campo nel 1866).

Divenne Commendatore dell’Ordine Militare di Savoia ed in seguito Grand’Ufficiale per i servigi resi per la repressione del brigantaggio.

Il 30 agosto 1862 fu promosso Maggior Generale ed ebbe il comando di dieci battaglioni bersaglieri.

L’11 dicembre 1870 venne promosso tenente generale e prese il comando delle divisioni di Salerno, Napoli e successivamente del Corpo d’Armata di Palermo e di Roma.

Il 15 febbraio 1880 fu nominato senatore del Regno e si interesso di tematiche militari.

Il 1° aprile 1890 venne promosso a primo aiutante di campo del Re. Gran Cordone dei SS. Maurizio e Lazzaro.

Morì il 15 novembre 1901 e fu sepolto a Roma.