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Era di Ceva.
In archivio parrocchiale venne trovata una pergamena del 1767, riguardante un diploma di laurea in Teologia accordato a don Pietro Fecchini, arciprete della collegiata dal marchese Carlo Giuseppe Del Carretto, di cui si trascrive la traduzione dal latino.
«In virtù dei privilegi concessi e compartiti a noi ed ai nostri successori in perpetuo dalla Cesarea benignità di Leopoldo I, di Giuseppe I, e confermati dalla sacra Cesarea Maestà di Carlo VI augusti imperatori Austriaci, di gloriosa memoria, in forza dei quali fra le altre cose ci è concesso di poter creare, promuovere, ordinare e stabilire per tutto il sacro Romano impero, e per ogni dove, dottori, licenziati, baccalaurei in ambe le leggi, ed in medicina, come pure maestri e baccalaurei in belle lettere, in filosofia, in teologia, ed in poesia, come consta da Cesarei diplomi esistenti presso di noi, cioè di Leopoldo I delli 12 agosto 1701, di Giuseppe I dei 6 giugno 1713, e Carlo VI delli 5 settembre 1717, tutti in data di Vienna, ai quali ecc.
Sia a tutti noto e manifesto che primamente informati della fede, probità, scienza ed ottimi costumi, di cui è dotato il m° Ill. e reverendo signore Pietro Fecchini arciprete della città di Ceva, annuendo alla lodevole sua dimanda, per l’autorità imperiale, di cui siamo investiti, ci siamo degnati di crearlo e stabilirlo dottore in Teologia.
Per il che in forza dei citati privilegi, di pien diritto informati, abbiamo pensato di stabilire ed ordinare, come in forza delle presenti creamo, ordiniamo, stabiliamo e pronunciamo dottore di sacra Teologia lo stesso signore Pietro Fecchini, collo stesso diritto con cui si creano teologi dall’autorità dei pontefici e dalle costituzioni dei principi per tutta la terra, ed essere perciò in facoltà di portare in perpetuo le distinzioni di laureato, con tutti i privilegi, onori, dignità, nobiltà, preminenze o prerogative di cui gli concediamo di poter godere, e dichiarandolo cosi creato, di pien diritto, vogliamo che gli possano competere tutti i privilegi concessi ai dottori e teologi per tutto il Romano Impero ed ovunque, di provvedere alla disciplina della morale e della religione, d’insegnare, spiegare, e professare teologici precetti, purché osservi sempre e difenda la fede ortodossa e l’ecclesiastica disciplina, né in alcun modo agisca contro la medesima, né contro il sacro Romano impero, stando lontano da ogni cosa illecita ed inonesta. Le quali cose tutte noi confermiamo con tutte le forme e solennità di diritto, ed in ogni miglior modo per loro maggior forza e fermezza.
In fede e testimonianza di quali cose abbiamo ordinato e commesso, che vengano spedite le presenti signate di nostro proprio pugno, sottoscritte dall’infrascritto notaio o segretario, e munite dell’impressione del Nostro sigillo in una teca pendente dalle medesime per mezzo di cordoncino di seta di color bianco e ceruleo.
Date in Mombaldone li ventuno aprile nell’anno a partu Virginis millesimo, settecentesimo e sessagesimo settimo.»
Sottoscritto “Marchio Carolus Joseph de Carretto Comes Palatinus Cesareus et dominus Montisbaldoni. Franciscus Antonius Peronus segretarius assumptus.”
Questa Laurea servì a don Fecchini per potersi mettere al possesso di quest’arcipretura prima ed unica dignità del capitolo, come servì quella accordata al suo successore don Carlo Ferreri. In questo modo, nei libri parrocchiali apponeva la sua firma coll’aggiunta di I. U. D., usava il berretto dottorale e portava l’anello al dito.
Morì il 21 giugno 1768.