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Fu fra i più eminenti arcipreti del Castrum di Ceva, dapprima vicario generale del vescovo di Alba per la città e la vicaria di Ceva.
Nel 1387 fu chiamato a comporre insieme ad un certo Ghione di Ceva una questione insorta tra il marchese Girardo Ceva, signore di Priero e Giovanni Zoppo sindaco del medesimo comune.
A questo punto l’Olivero asserisce e Giuseppe da Bra condivide, che l’arciprete che succedette a Bernardino fu Raffaele dei Marchesi di Ceva, la qual cosa appare piuttosto inverosimile essendovi stato più di un secolo di differenza tra i periodi di pertinenza dei due.
Questo è un lasso di tempo in cui non si hanno notizie sulla reggenza dell’Arcipretura di Ceva.
Non va dimenticato che era però un’epoca di intense dispute interne tra i vari marchesi Ceva, nonché di guerre estese a tutta la penisola italiana tra i vari stati d’oltralpe per il predominio sulla medesima.
In questi tempi comunque (1473) si stabilirono a Ceva gli Agostiniani con il loro convento.