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Associazione Ceva nella Storia - Letterario e Politico '800: AMEDEO RAVINA (Gottasecca 1788 - Torino 1857)

Letterario e Politico '800: AMEDEO RAVINA (Gottasecca 1788 - Torino 1857)     Torna all'indice


Amedeo Ravina nacque il 30 marzo 1788 a Gottasecca.

Patriota e poeta.

Studiò legge all’Università di Torino e seguì i corsi di filosofia.

Avvenuta la restaurazione della monarchia in Piemonte, fu tra coloro che si adoperarono a consigliare il Re Vittorio Emanuele I a non usare mezzi reazionari e sembra che i suoi suggerimenti fossero ascoltati benevolmente.

Il 14 luglio 1818 fu nominato sottosegretario di Stato per gli affari Esteri, dei quali era ministro S. Marzano. Durante quel tempo frequentò Santorre di Santa Rosa con i principali rappresentanti del moto rivoluzionario del 1821 e, animato com’era da sensi di libertà compose i Canti Italici, in questo periodo. Questi furono ristampati a Mondovì nel 1848 e a Torino nel 1873 (mentre i suoi scritti a mano, quando circolavano clandestinamente, erano conservati presso la famiglia del cavaliere Michelotti).

I federati e gli studenti torinesi guidati dal Ferrero, dopo il fatto di San Salvario andarono ad Alessandria e poi tornarono a Torino. Il Ravina elogiò la loro impresa, ma fallito il tentativo rivoluzionario, dovette fuggire a Savona e poi a Genova, dove si imbarcò per la Spagna. Là combatté con molti altri esuli piemontesi nelle file dei costituzionali.

Nel 1823 si trasferì in Inghilterra, dove trascorse sette anni, dando lezioni di lingua italiana. Conobbe Foscolo, Rossetti e Berchet, rivide Santarosa e Collegno. Scrisse satire in terza rima contro la Santa Alleanza e una cantica in lode di Giorgio Canning.

Nel 1830 era a Parigi quando scoppiò la rivoluzione di luglio e combatté alle barricate, ma deluso dalle conseguenze di quel moto tornò a Londra dove trascorse un altro decennio.

Tornò in Italia, a Firenze, fino al 1848. In seguito tornò in Piemonte e fu eletto deputato al Parlamento Subalpino per quattro collegi e gli fu riconfermato il mandato fino alla quinta legislatura.

Alle elezioni che seguirono la promulgazione dello Statuto Albertino (1848) fu il primo deputato di Ceva al Parlamento Subalpino.

Quando Gioberti assunse al potere nel novembre 1848 lo nominò consigliere di Stato, ma fu revocato da quella carica per aver pronunciato un discorso contro il progetto di legge sulla stampa che Galvagno aveva presentato alla Camera nel febbraio del 1852.

Morì a Torino il 13 giugno 1857.