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Fu senatore del Regno.
Il Commendatore avvocato Giovanni Battista Bartolomeo Ferdinando Siccardi nacque il 29 maggio 1833 a Ceva, suo padre era Lorenzo Siccardi (figlio di Giovanni Battista Siccardi) e la madre Teresa Robberi.
La sua famiglia era attiva nell’industria serica.
Si laureò in giurisprudenza presso la facoltà di Torino nel 1856.
Forse per desiderio paterno non si dedica da subito alla professione forense e coadiuva i fratelli nella gestione dell'impresa di famiglia. Il versatile ingegno di questo grande uomo gli consentì di distinguersi nelle più svariate discipline.
Molteplici furono le sue cariche: Preside e fondatore dell'Istituto I.I.S. "Domenico Zaccagna" di Carrara (1862); Primo segretario della Camera di commercio di Massa (1863-1866); Membro del consiglio della Camera di commercio di Cuneo (1864); Direttore del periodico "Appennino" di Firenze (1866); Presidente della Camera di Commercio ed Arti della provincia di Cuneo (1° gennaio 1873-29 marzo 1906); Consigliere provinciale di Cuneo (1876-29 marzo 1876); Membro della Deputazione provinciale di Cuneo (1884-1889; Vicepresidente del Consiglio provinciale di Cuneo (1895-1902); Membro del Consiglio d'amministrazione della Banca commerciale italiana (3 settembre 1897-29 marzo 1906) in qualità di amministratore delegato della Cartiera Italiana; Fondatore e presidente della Cartiera Italiana di Serravalle Sesia; Fondatore e presidente dell'Asilo notturno "Umberto I" di Torino; Fondatore e presidente onorario del Museo nazionale di bacologia e sericoltura di Torino; Vicepresidente delle Opere pie S. Paolo di Torino.
Fu per ben cinque volte deputato e senatore del Regno d’Italia.
Il 30 gennaio 1876 divenne Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.
Scrisse due opere teatrali, la commedia Le maladie d’cheur e la ricette per guarire e L’sindich Benevass Coussot.
A Ceva fu Presidente della Società operaia di mutuo soccorso di Ceva e si adoperò per la Filanda Sicccardi che dava lavoro a molte persone.
In gioventù fu tra i promotori della costruzione del Teatro Marenco, presidente della Società Filarmonica.
A dimostrazione del suo affetto per la città nativa, lasciò cospicui legati sia al Comune per borse di studio, sia agli enti assistenziali e alle società di mutuo soccorso.
Con testamento olografo del 23 luglio 1903, il senatore istituì l'Opera Pia Siccardi che aveva come scopo di dare borse di studio.
Riportiamo la sua Commemorazione presa dagli Atti parlamentari del Senato del Regno. Discussioni, 31 marzo 1906 (Tancredi Canonico, Presidente):« Signori senatori! Moriva il 27 marzo a Torino il senatore Ferdinando Siccardi, nato a Ceva il 29 maggio 1833. Congiunto del compianto senatore conte Giuseppe Siccardi, il cui nome è legato alla legge per l'abolizione del foro ecclesiastico, non fu degenere dalle nobili tradizioni di cui era stato degno interprete l'illustre suo parente. Distinto giureconsulto, esercitò con plauso l'avvocatura ed insegnò poi con rara dottrina l'economia politica. Deputato del collegio di Ceva per tre legislature, e segretario nell'XI legislatura dell'Ufficio di Presidenza, pronunziò notevoli discorsi in materia giuridica ed economica; lavorò alacremente in numerose commissioni, e pubblicò scritti assai pregiati. Tutti lo stimavano ed amavano assai, oltreché pel suo ingegno e per l'operosità sua, per l'intemerato carattere e per la squisita bontà del cuore. Fu buono, valente e modesto. Nominato senatore il 4 marzo 1904, non ci fu possibile averlo a lungo fra noi; e le insigni sue doti ci fanno sentire più vivo il dolore di averlo perduto. Il Senato si associa di cuore al cordoglio della famiglia, dolente di non poterle dare conforto migliore. »
In suo onore venne collocato un busto marmoreo su un piedistallo anch’esso in marmo, nel cortile anteriore del palazzo Borgognone, ora Istituto comprensivo Attilio Momigliano (scuole medie).
Morì il 29 marzo 1906 a Torino.