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I Sauli erano una nobile famiglia originaria di Genova di cui un discendente, Sebastiano Sauli, si trasferì a Ceva nel 1508. Nel 1563 la casata ottenne in feudo un quarto di Igliano e da allora ne acquisì il titolo.
Lodovico Sauli d’Igliano nacque a Ceva il 10 novembre 1787, dal conte Domenico Sauli d’Igliano ed Angela dei conti Franchi di Centallo, dama virtuosa, ammirata per l’anima candida, colta e gentile, dal cuore magnanimo e benefico ed il tratto nobile e cortese.
Il conte era un politico, diplomatico e letterato, compì gli studi classici e filosofici a Ceva, ove fu volontario nell’ufficio della sottoprefettura sotto Thedenat du Vert.
Si trasferì in seguito a Torino dove lavorò presso la Biblioteca dell’Università mentre studiava legge. Si laureò in giurisprudenza nel 1811 e venne assunto come segretario degli Affari Esteri.
Al ritorno dei Reali di Savoia in Piemonte fu inviato all’ambasceria del re a Parigi.
Nel 1816 ebbe la carica di capo di divisione nella Regia Segreteria per gli affari esteri, ove stette per sette anni e nel 1821 ebbe la reggenza di quel ministero da dove uscì spontaneamente.
Nel 1822 fu mandato con pieni poteri da Carlo Felice ai cantoni dei Grigioni e del Ticino. Riuscì a togliere gli ostacoli che si frapponevano al perfezionamento della strada del monte S. Bernardino, per cui il porto di Genova si congiunge in linea retta col lago di Costanza.
Nel 1825 inviato a Costantinopoli, ottenne che fosse aperto ai sudditi Sardi lo stretto del Bosforo, ritornassero i Genovesi ai ricchi traffici del Mar Nero ed il commercio Sardo fosse posto in condizione uguale ed anche migliore di quello d’altre potenze aventi antichi trattati con la Porta Ottomana.
Nel 1832 fu nominato Commissario Generale dei confini; nel 1833 Primo Ufficiale del ministero per gli affari di Sardegna che visitò tutta per conoscerne i bisogni; nel 1848 fu compreso nella prima nomina che fece Carlo Alberto dei Senatori del regno.
In politica auspicava vivamente la libertà della patria, ma nonostante il suo alacre impegno, amava dedicarsi anche alle lettere.
Come studioso e scrittore nel 1831 pubblicò a Torino l’opera Della colonia dei genovesi in Galata che fu molto lodata.
Nel 1834 il Sauli compose una novella dal titolo Il Castello delle Mollere, Racconto storico fatto alle valorose donne torinesi da Mandricardo da Sammichele Cicero. La novella, scritta sotto uno pseudonimo, gli procurò qualche dispiacere non meritato. Era probabilmente intenzione dell’autore di buttar giù una scherzevole ed innocente bizzarria qualunque, ma purtroppo da qualcuno la cosa fu presa sul serio, interpretandola come una satira diretta contro il governo e non mancò perfino chi nel titolo volle vedere un crittogramma, ove doveva intendersi: Il Castello (la corte) del molle-re (Carlo Alberto). Questo andò a discapito della sua carriera politica giacché il Re voleva nominarlo Segretario del Consiglio dei Ministri per spianargli la via a titolare del Dicastero degli Esteri, ma mutò pensiero.
Nel 1843 scrisse “Sulla condizione degli studi nella Monarchia in Savoia sino all’età di Emanuele Filiberto”, tra le altre opere si ricorda “Lezioni del cavaliere Errante, romanzo di Tommaso III Marchese di Saluzzo” e molti articoli in vari giornali letterali.
Venne decorato dell’Ordine militare dei SS. Maurizio e Lazzaro, dell’Ordine civile di Savoia, fu socio ordinario della Reale Accademia delle scienze, membro della deputazione degli studi di storia patria e Consigliere di Legazione.
Il Sauli scrisse le sue memorie, ricche di notizie sulla sua vita e dei suoi tempi, ordinate e ricopiate in un grosso volume di circa mille pagine che non riuscì a pubblicare e vennero stampate successivamente sotto il titolo “Reminiscenze della propria vita, Commentario del Conte Ludovico Sauli D’Igliano”.
Morì a Usseglio in val di Viù (Torino) il 25 settembre 1874.