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Giovanni Battista Giuseppe Lorenzo Salvetti nacque a Ceva il 31 ottobre 1837 e morì a Torino il 5 agosto 1913.
Spirito attivo e versatile, uomo dalla spiccata personalità ed intelligenza, si occupò nella sua esistenza delle iniziative più elevate portando con sé un ingegnoso soffio di modernità che contribuì non poco all’incremento di tante istituzioni cittadine.
Fu consigliere comunale e sindaco. Avvocato di buona fama e vice pretore. Con la sua professione forense, per le sue attitudini, se fosse vissuto in una grande città, avrebbe potuto raggiungere livelli eccelsi. Egli preferì però dimorare sempre nella sua Ceva dove ebbe da tutti la più alta considerazione e stima.
Dotato di profondo senso per l’arte, emerse nella letteratura e nella musica. Fu poeta e romanziere, con preferenza per le trame a fondo storico. Ricordiamo: Edmea, Il Conte di Carmagnola, Il mondo a rovescio, Tipi e figure scomparsi, Un bon paroco, Federica da Millesimo, La Buona Fata del Forte di Ceva e altri racconti che periodicamente venivano pubblicati sul settimanale Il Falconiere , di cui fu uno dei più apprezzati redattori per molto tempo.
L’arte musicale lo attraeva particolarmente, non era insolito incontrarlo per strada o sotto i portici rapito ed intento a canticchiare qualche motivo, che poi riprendeva sul pianoforte o sull’organo del Duomo facendone parte ai suoi concittadini con interpretazioni di rara maestria. Fu anche grande sostenitore delle bande musicali e degli altri complessi strumentali cebani della sua epoca.
I suoi meriti furono riconosciuti dal Regio Governo con la nomina a Cavaliere d’Italia, mentre da parte del Re gli fu conferito il Cavalierato dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.