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Associazione Ceva nella Storia - Militare '800: GIOVANNI BATTISTA REBAUDENGO (Ceva 1814 - 1855 Sassari)

Militare '800: GIOVANNI BATTISTA REBAUDENGO (Ceva 1814 - 1855 Sassari)     Torna all'indice


Nacque a Ceva il 21 giugno 1814.

Figlio di Giuseppe Rebaudengo ed Edvige Core, fece i suoi studi presso il Collegio locale.

Prese servizio in qualità di soldato di distinzione nel reggimento Cavalleggeri Piemonte, in seguito con Regio Brevetto del 3 maggio 1836 venne nominato sottotenente nel corpo dei Cavalleggeri di Sardegna. Percorsi i vari gradi della milizia, con Regio Brevetto del 14 giugno 1852, fu promosso Capitano Aiutante Maggiore del corpo dei Carabinieri Reali di Sardegna a Cagliari e dopo a Sassari.

Nel mese di luglio 1855 passò in Ceva alcuni giorni di permesso, ma non vi fece più ritorno.

Lo ricorda Emanuele Licheri in una lettera stampata a Cagliari del 1856 e diretta all’avvocato Abozzi:
« Giovanni Battista Rebaudengo Maggiore di cavalleria, Comandante dei Carabinieri Reali prestava servizio fin dalla prima gioventù nel corpo militare dei Cavalleggeri di Sardegna, di cui era uno dei migliori tra gli ufficiali più intrepidi ed intelligenti.
Cresciuto si può dir nell’Isola, ed avendo comandato in diversi punti alla testa degli squadroni, sparsi nelle varie provincie insulari, aveva acquistata quell’esatta conoscenza d’uomini e di cose, che tanto contribuisce al buon governo ed alla tutela dell’ordine pubblico.
Di zelo indefesso ed operosissimo, dedicava egli intieramente sua vita all’accompimento de’ suoi non facili doveri nel comando importantissimo, di cui era investito. Grazioso, cortese, di parola facile e schietta, lo distinguevano i pregi di mente e di cuore per cui era grandemente amato dai buoni, e temuto dai tristi.
Purgava la provincia dai briganti che a dovizia vi annidavano, e l’intrepida e nervosa azione dell’arma da lui comandata, stava con impegno costante a salvaguardia delle persone e degli averi dei cittadini. Egli si compiaceva altamente dell’ardire valoroso dei suoi subordinati, e valoroso egli il primo, faceva festa raccontando i generosi ardimenti e l’impeto dei suoi giovani conscritti che educava alla gloria militare.
Moriva il prode giovane Rebaudengo sul più bello di sua nobile carriera. Il morbo fatale lo schiacciava, mentre impavido provvedeva alla salvezza degli altri. Due giorni prima di scendere nel sepolcro parlava della spedizione nella Crimea, di cui aveva nutrito vivo desiderio di far parte.
Prode ufficiale! Cittadino commendevolissimo! La morte sul campo di battaglia sarebbe stata per lui sorte più degna. Il suo tramonto in Sassari ebbe il general compianto dai cittadini, il ricordo duraturo degli amici


Mori a Sassari di colera.