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Associazione Ceva nella Storia - Militare '900: GIUSEPPE LAMBERTI (Ceva 1911 - La Magdeleine, Ao 1995)

Militare '900: GIUSEPPE LAMBERTI (Ceva 1911 - La Magdeleine, Ao 1995)     Torna all'indice


Fu un militare di carriera, chiamato anche “l’alpino ribelle”.

Fu istruttore della Scuola Centrale Militare di Alpinismo. Atleta, uomo di montagna e grande militare, la sua carriera fu costellata da due medaglie d’argento al Valor Militare, due croci di guerra guadagnate sul fronte del Don e numerosi encomi.

Nacque a Ceva il 12 novembre 1911 e venne mandato a balia presso una famiglia di contadini in Langa per cinque anni.

Svolse gli studi a Ceva e da ragazzino suonò la tromba nella locale Filarmonica “Terenzio Gerbino-Promis”.

Nel 1930, terminati gli studi scelse l’Accademia Militare di Modena poiché ispirato dal nonno Pinot Gagino, il quale vedeva nel diventare ufficiale un modo di essere che riassumeva tutte le qualità umane migliori. Nel 1932 era sottotenente destinato alla Scuola di applicazione di fanteria di Parma.

Nel 1933 fu assegnato al 2° Reggimento Alpini a Cuneo e nel 1934 promosso tenente. Continuò a frequentare la Scuola Militare di Alpinismo di Aosta dove si occupò anche di sci, specializzandosi nella disciplina agonistica del fondo e partecipando con successo a molte competizioni.

Febbraio 1939, partecipa con la pattuglia militare italiana ai Campionati Mondiali di Sci in Polonia.

Nell'autunno Lamberti è destinato prima al Battaglione Valle Stura, poi al Battaglione Sciatori Monte Cervino ed è nominato capitano.

Lamberti in questo periodo si sposa e quando ad ottobre del 1941 lo convocano con il Battaglione Cervino destinato al fronte russo, lui non dovrebbe partire, poiché solo i soldati liberi da impegni familiari potevano partecipare alla campagna, ma partì comunque il 14 gennaio 1942 dalla stazione di Aosta con tutto il suo Battaglione.

Nella campagna di Russia, comandò il “Cervino” con valore e dopo i fatti d’armi di Nikikowka fu catturato dai russi e rimase in prigionia per quasi quattro anni. In questo periodo rimase fedele ai suoi ideali antifascisti e non abbracciò le teorie comuniste, in quanto voleva esser libero. In un foglio da lui scritto, disse che la ragione per cui resisteva era “il voler ritornare per comunicare, per far conoscere tutto il sofferto… far riflettere su quanto era accaduto per aver troppo supinamente permesso le cause che furono inizio e base a tante tragedie”.

Rientrò in Italia nell'agosto del 1946 e non perse occasione per raccontare la sua esperienza, denunciando la vergognosa conduzione della campagna di Russia, la scarsa moralità di alcuni ufficiali e lo scandalo dei soldati morti nella steppa che per lo stato italiano invece risultarono per lunghi anni dispersi.

Però, un ufficiale non poteva esprimersi liberamente così e, nel 1949, il comandante che aveva fatto ottenere al battaglione la medaglia d'oro, venne sottoposto ad inchiesta disciplinare, degradato e radiato dall'esercito. Nessun ufficiale degli alpini fece parte dei giudici poiché rifiutarono tale infamante incarico. Per i suoi soldati sopravvissuti, che con lui condivisero onori ed orrori, rimase però sempre "mon capitaine".

Il libro "Giuseppe Lamberti, alpino ribelle" di Bertone e Rochat, ha raccolto le memorie del comandante del valoroso battaglione sciatori Monte Cervino che visse momenti drammatici durante la ritirata dalla Russia nell'inverno del 1943.

Nel 1953 diresse la Società Impianti Sestriere, la scuola di sci del Sestriere e la CO.SCU.MA, Commissione Scuole e Maestri.

Nel 1962 passò alla direzione degli impianti di Cervinia.

Nel 1974 fondò il D.S.I. (Associazione Direttori di Sport Invernali) di cui fu Presidente onorario fino all'ultimo.

Il suo primitivo amore era la montagna e andò a vivere in Valle d’Aosta a La Magdeleine in Valtournenche, di cui fu anche vicesindaco e si occupò di consulenza di sviluppo montano sulle Alpi, dimostrando grande esperienza e capacità.

Morì nel 1995 e venne sepolto a La Magdeleine.