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Padre Prudenzio nacque a Mazzè, in provincia di Torino, il 1° febbraio 1898 ed appartenne all’Ordine dei Frati Minori Cappuccini.
Nel mese di giugno 1915 chiese l’ammissione nei cappuccini, accettato, fu inviato nel convento di Ceva per il periodo di probandato.
Durante la Grande Guerra, nel 1917, venne chiamato alle armi partecipando ad azioni sull’Isonzo, a Gorizia, in Valsugana, sul monte Grappa, a Vittorio Veneto. Fu ferito e decorato più volte. Venne inviato in Albania ed a Durazzo contrasse la malaria, in conseguenza della quale fu rimpatriato e congedato.
Nel 1924 a Saluzzo fu ordinato sacerdote e mandato a Ceva in qualità di coadiutore. Nello stesso anno venne nominato vice curato della parrocchia del Sacro Cuore di Gesù a Torino e poco dopo parroco, mantenendo l’incarico fino al 1933, quando vi rinunciò per motivi di salute. Divenne direttore degli studenti e padre guardiano a Villafranca Piemonte. In seguito fu eletto per due volte segretario provinciale dell’Ordine ed accompagnò il Padre provinciale in Etiopia, dove fu dato il suo nome ad un villaggio. Si trasferì poi a Roma a svolgere la funzione di cappellano della città universitaria e per un breve periodo fu anche cappellano di bordo.
Ammalatosi nuovamente, su sua richiesta, tornò nel 1944 a Ceva dove ricoprì la carica di Superiore per ventisette anni. Per trentaquattro anni si recò periodicamente in Svizzera per cicli di predicazione agli emigrati italiani. Fu inoltre missionario negli Stati Uniti, in Argentina, in Messico, in Brasile.
Il professor Aldo Intagliata di lui scrisse: “ ... fu soprattutto uomo semplice, uomo di perfetta letizia francescana dal sapore di fiaba. Ma nella genuinità e schiettezza della sua vita si notano forti, saporosi, incisivi, sferzanti richiami alla carità nutriti da energici incitamenti morali e forti impulsi di ascesi spirituale. Non ci fu peso di erudizione in Lui, di studiosità retoriche, di preziosismi barocchi di quelle stucchevoli ripetizioni di frasi fatte che ingenerano solo tedio. Tutta la sua esistenza terrena fu scritta di getto, per ispirazione, con essenzialità di espressioni e di gesti e fu un colloquio personale con il Signore; un colloquio nel quale predomina l’ascolto silenzioso, fatto di vuoto dentro di sé...”
Padre Prudenzio fu attivo in ambito letterario con la pubblicazione di alcuni scritti: Monumenti dell’anima del 1981, Note-storia di viaggio in A.O.I. (Africa Orientale Italiana) del 1983, Fioretti ed attività sacerdotale di un Cappuccino del 1984.
Negli anni ricevette le onorificenze di cavaliere della Corona d’Italia, della Repubblica e di Vittorio Veneto ed il 16 novembre 1979 il Comune di Ceva, per la sua opera sacerdotale e spirituale svolta a favore di tutta la popolazione, gli conferì la cittadinanza onoraria.
Morì la sera dell’8 giugno 1986 ed i cittadini ne ebbero notizia proprio mentre ai Cappuccini si stava solennemente celebrando la chiusura del mese mariano. Nei cebani ha lasciato un incancellabile ricordo per l’encomiabile professione sociale e spirituale dispensata con luminoso e generoso ardore francescano.
La sua salma venne tumulata nel famedio del cimitero urbano.