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Associazione Ceva nella Storia - TENNIS: oltre 70 Anni di Tennis Cebano (dal 1942)

TENNIS: oltre 70 Anni di Tennis Cebano (dal 1942)     Torna all'indice


Il Tennis Cebano è una delle tante facce della nostra realtà cittadina. Ai tempi della stesura del libro sulla sua storia molti dicevano: “Ma perché perdete tempo a scrivere un libro sul tennis? Pubblicate solo le foto!... Tanto è da pochi anni che si gioca a tennis a Ceva”. Invece sono passati tantissimi anni, più di 70…già potremmo fare come i Club più rinomati che scriverebbero: Dal 1942…
La storia del circolo è piena di alti e bassi, con un’unica costante: molte persone che corrono dietro ad una pallina… orgogliosi e felici di giocare, nonostante le casse del Club perennemente vuote e la caccia continua ai contributi per poter sopravvivere!!! Ma Ceva è una città dalle mille risorse in grado di dare molto a chi sa cogliere le opportunità. Il Comune si è dimostrato generoso, come pure altri enti nel corso degli anni, a partire dalla Società Operaia, l’Ama Brenta, il Banco Azzoaglio e molte persone che hanno messo il loro lavoro al servizio del bene comune: Francesco Quaglia (Franco) che cura i campi come fossero i giardini pensili di Babilonia, Francesco Tarditi presidente del Club, Ezio Tarditi e Barbara Florio “obbligati” a diventare Giudice Arbitro per la Federazione Italiana Tennis, Lorenzo Bertola “vecchia cariatide” del tennis, come sostiene Fabio Gregorio, ottimo pubblicitario del Club, anche se pensa solo a giocare, Paolo Marsilio e Gianpiero Tacchini. E’ per merito soprattutto di costoro che il Club continua ad esistere e a crescere.

Nel Tennis Club Ceva durante il corso degli anni c’è sempre stato “amore & odio”, voglia di divertirsi tra amici, condita da una sana competizione, voglia di fare e pigrizia, insomma c’è stato e c’è di tutto! Il tennis è uno sport che unisce e appassiona le persone.
Sport da molti considerato snob, ma che ha unito i cebani, grandi e piccini da oltre 70 anni, prima in zona Broglio, poi alla Rotonda, per arrivare al Parco Perlasca nell’area ex Ilsa.

Quando si è cominciato a scrivere il libro è stato come iniziare una splendida avventura, piena di imprevisti ed incertezze, soprattutto quando si ha avuto a che fare con fonti orali, persone che non ricordavano quasi più nulla o timidamente non sapevano cosa raccontare e avevano ben pochi documenti del circolo, portati via dall’alluvione del 1994.
Le due autrici del libro “70 anni di tennis cebano”, Barbara Florio e Alessandra Maria Voena, si sono divertite in questo lungo percorso, pieno di difficoltà nel reperire le fonti, ma le ha portate ad un’altra iniziativa ancora più grande: la partecipazione diretta alla fondazione dell’associazione “Ceva nella Storia”, insieme a molti appassionati di storia.

Breve Storia del Tennis

Prima di cominciare la nostra avventura cebana, diamo uno sguardo a questo gioco: da dove arriva? Chi l’ha inventato? Chi ci ha giocato?
La storia del tennis affonda le sue origini nel mondo greco-romano, dove si gioca il sphairistike, ben lungi dalla nostra idea del tennis, poiché si usa solo una pallina e la si colpisce in aria. Sant’Isidoro di Siviglia nella sua Summa descrive la pila (la palla) e ci dice come deve essere composta e quanto deve pesare. Inizialmente la palla viene colpita con la mano nuda, poi con la stessa coperta da un guanto. Nel Medioevo si inizia ad usare un bastone che termina con un’ampia curvatura, la cui parte centrale è divisa da corde di budello essiccato ed intrecciato come una rete: è il real tennis (dall’inglese Royal, "regale", poiché molto praticato a corte). In seguito si evolve per tre secoli in jeu de paume: un antico gioco francese del XII secolo detto pallacorda in italiano. Ha dei richiami alla palla basca e alla pallamano americana. Già dal 1415 città come Mondovì e Pisa emanano dei regolamenti per questo gioco. Un ritratto del re Carlo IX di Francia, del 1552, ritrae il neonato sovrano con una racchetta in mano. Il jeu de paume aumenta la sua popolarità di volta in volta tra i nobili francesi e raggiunge il massimo picco nel XVI secolo. Si ricordano fra gli estimatori di questo gioco i re francesi Francesco I, Enrico II, Carlo IX. Il prete italiano Antonio Scaino da Salò descrive tale gioco nel suo Trattato del Giuoco della Palla del 1555. Ben due re francesi morirono in incidenti legati al gioco: Luigi X per aver ecceduto in una partita accanitissima e Carlo VIII dopo essere stato colpito dalla palla. Nel XVII secolo l’isola di St. Louis a Parigi viene bonificata per volere di Luigi XIII che vi fa costruire un campo da tennis. Un secolo più tardi questo campo cade in disuso, viene adibito a locale commerciale e alla fine degli anni ’80 del secolo scorso trasformato nell’hotel Jeu de Paume, dove alcuni nostri soci cebani hanno avuto il piacere di soggiornare.
Con Enrico V d'Inghilterra la pallacorda diventa popolare anche fra i reali inglesi, ma è Enrico VIII a rendere famoso nel suo paese questo sport, giocando a Hampton Court Palace. Durante il regno di Giacomo I d'Inghilterra solo a Londra si contano 14 campi da gioco. William Shakespeare nell’Enrico V menziona le palle da real tennis, chiamandole tennis balles, quando un cestino pieno di palle viene consegnato al re come simbolo della sua giovinezza e spensieratezza.
Nel XVII secolo il gioco si diffonde in tutta la nobiltà di Francia, Spagna, Italia e dell’Impero Austro-Ungarico, per subire in seguito un calo improvviso di popolarità ed essere sostituito da altri sport con palla e racchetta: il racquets, lo squash e il lawn-tennis, ovvero lo sport che oggi tutti conoscono semplicemente come tennis.
Ma perché il tennis prende questo nome? I francesi prima di lanciare la palla avevano l’abitudine di gridare tenez!, tenete! La parola tennis nasce da un errore di pronuncia dei primi tennisti inglesi che storpiavano il termine in tennis.
A fine dell’ottocento in Inghilterra, grazie al maggiore Wingfield, viene brevettato un nuovo gioco, consistente in un campo a forma di clessidra, diviso al centro da una rete sospesa, munito di una scatola con palle, quattro racchette, la rete e le indicazioni per segnare il campo. Il gioco è fondato sulle regole del vecchio real tennis e viene chiamato lawn-tennis (tennis da prato). La "data di nascita" ufficiale del tennis è il 23 febbraio 1874. Diventano di uso comune alcune espressioni francesi come deuce (40 pari) da à deux le jeu, che significa "a entrambi il gioco"; love (usato nei punteggi per chiamare lo zero) da l’oeuf, "uovo", che richiama la forma dello zero.
L'attività tennistica professionale risale al 1883 tra partite d'esibizione e brevi tornei. Nel 1920 in Francia si organizza la Bristol Cup, ossia il primo torneo con cadenza annuale al quale partecipano tutti i migliori tennisti dell'epoca.
In Italia il tennis è introdotto assieme al football nel 1880 in Liguria. Nel 1894 è fondata la Federazione Italiana, ma rimane sempre uno sport d'élite almeno fino al dopoguerra.
Fondamentale per lo sviluppo del gioco è la decisione del 1883 di dimezzare l'altezza della rete. Il primo campo da tennis in Italia è quello di Bordighera, in Liguria, del 1890 e nel 1895 si svolge il primo campionato italiano per tennisti. Nel 1896 il tennis viene inserito nel programma dei primi Giochi olimpici moderni e vi resta sino al 1924 quando viene eliminato e in seguito riammesso nel 1988. Nel 1900 viene contesa la prima Coppa Davis ossia il trofeo che spetta annualmente alla squadra nazionale campione mondiale: la nazionale italiana vince questo trofeo nel 1976.
La prima federazione è costituita a Roma, il 16 aprile 1894, con il nome di Federazione Italiana Lawn Tennis, ma viene sciolta nel 1898. La struttura viene ricostituita a Firenze il 16 maggio 1910 con la stessa denominazione e con 26 circoli affiliati, su iniziativa del marchese Pietro Antinori che ne diventa il presidente.
Nel 1933 viene soppressa la parola "lawn" ed assunto il nome di Federazione Italiana Tennis (FIT).
La squadra italiana prende parte per la prima volta alla Coppa Davis nel 1922.
Nel 1930 si disputa a Milano la prima edizione degli Internazionali d'Italia.

Anni '40: Arriva il Tennis a Ceva

La nostra storia inizia timidamente negli anni ’40. A livello internazionale, arriviamo da un periodo fulgido per il tennis, infatti, gli anni ’20 e ’30 rappresentano gli albori di questo sport e gettano le basi di quello che siamo diventati oggi.
Sono gli anni delle grandi competizioni di Wimbledon e della Coppa Davis che hanno come protagonisti giocatori del calibro di Fred Perry (vincitore per ben tre volte a Wimbledon e di una Coppa Davis per l’Inghilterra), William Tilden, detto Big Bill, (vincitore di tre Wimbledon e sette US Open) tennista americano tra i più influenti nella storia del tennis, poiché riuscì a sdoganare l’immagine elitaria di questo sport rendendolo accessibile anche alla classe lavoratrice e René Lacoste, soprannominato il Coccodrillo (vincitore di due tornei di Wimbledon, tre Roland Garros e due US Open). Sul fronte italiano troviamo Marcello Del Bello, uno dei più mutevoli tennisti che gli annali ricordino per le sue capacità tennistiche, vincitore nei singoli e nei doppi con Gianni Cucelli. Quest’ultimo è stato il numero “uno” in Italia dal 1941 al 1952 e vincitore in Coppa Davis. Ricordiamo ancora Cecchino Romanoni, Umberto De Morpurgo, Giorgio De Stefani, Placido Gaslini, Vittoria Tonelli e Lucia Valerio, prima italiana a vincere gli Internazionali d’Italia nel 1931.
L’interesse dei cebani per il tennis nasce negli anni quaranta del secolo scorso. Inizia a praticarlo, con una crescente passione, un gruppo di giovani amici che negli anni della Seconda Guerra Mondiale e nel dopoguerra ha voglia di voltar pagina e vede nello sport un’efficiente valvola di sfogo. Tra questi spiccano il marchese Paolo Pallavicino, i figli del farmacista dottor Ferrato, Alessandro Bovero (Iucci), sua sorella Eugenia (Gegiu) e Marco Negretti. Proprio quest’ultimo attraverso un’allegra intervista filmata ci fornisce le informazioni sulla nascita del Circolo Tennistico, descrivendo questo periodo con sapiente arguzia e divertente ironia.
Sono ragazzi ingegnosi che amano questo sport pur facendo una miscellanea tra il tennis e la pallapugno, piuttosto lontana dalla nostra idea del tennis.
Ceva vede il primo campo da tennis ubicato dietro le scuderie della caserma Galliano, nei pressi della Porta del Tanaro (nominata Vecchia Torre fino agli anni ’70 poi detta erroneamente Torre Guelfa dopo la ristrutturazione, in ricordo della Torre Guelfa andata distrutta, sita vicino al ponte della Catalana). La posizione del campo da gioco è all’incirca quella in cui si trova l’attuale piscina presso il parco giochi de La Rotonda. Si tratta di una struttura assai rudimentale, le cui linee del campo vengono tracciate da quel gruppo di amici con sassi e pietre con il fondo costituito da erba incolta e terra. Ovviamente non disponendo della rete, troppo cara per le tasche dei neotennisti, si tira una corda, mentre la fantasia dei giocatori è tanto fervida da sostituire le racchette, anch’esse troppo costose, con le palette da bucato che le loro madri sono solite usare al lavatoio.
La prima attrezzatura ufficiale per il campo la procura il marchese Paolo Pallavicino che, messo a capo di questo gruppo di tennisti in erba e vivendo a Torino, acquista al Balôn una rete bucata, racchette e palline di seconda mano. Queste ultime, seppure tanto lise da sembrare l’ombra di se stesse, ogni volta che finiscono in Tanaro vengono prontamente recuperate dato l’elevato costo. Non dimentichiamoci che siamo in pieno conflitto mondiale.
Le sorti del nostro campo da tennis migliorano nel 1942 quando viene organizzato un corso per gli Allievi Ufficiali della sezione Fanteria comandato dal Capitano Trullio. Grande amante degli sport, ordina la costruzione di alcuni impianti sportivi tra cui un campo da tennis e fa portare della terra rossa per costruire un campo regolare. Questo evento avvicina i cebani al tennis risvegliando in loro senso agonistico e sana competitività.
La piccola associazione nata nella primavera del ’40 si trasforma dando vita a un fiorente Circolo Tennistico, simbolo di decoro e progresso per la città di Ceva, ove si gioca per passione e ci si avvicina sempre di più alle regole del tennis.
Purtroppo siamo in periodo di guerra e Ceva non resta fuori dal conflitto mondiale. Un Comando Germanico si stanzia nella città, gli ufficiali presso il Palazzo dei Marchesi Pallavicino ed i soldati presso la Caserma Galliano, il palazzo della Società Operaia e numerosi altri edifici. A causa di informazioni non chiare, che indicano la sede dei nemici nei pressi di una chiesa a cupola circolare, il 13 giugno 1944, ventidue bombe vengono sganciate dagli alleati sulla prima chiesa che risponde a quei parametri: non colpiscono la sede del Comando tedesco, bensì distruggono la chiesa di San Bernardino. Alcune bombe vengono sganciate sulla zona del Broglio con l’intento di colpire la fabbrica Piaggio, insediatasi nell’ex Cotonificio, oggi ex Ilsa, in quanto produttrice di componenti d’aerei militari, mentre altre hanno l’obiettivo di distruggere ponti e vie di comunicazione… Ceva è colpita duramente dalla guerra. Anche la zona intorno al campo da tennis e lo stesso campo da gioco sono in cattive condizioni a causa dell’alluvione del 28 ottobre del 1942 e dei militari che usavano la zona per depositarvi materiali.
Il paese cerca di rimettersi in piedi e di svolgere normalmente la vita quotidiana. Già nel’estate del 1947, come si legge in un articolo dell’Alta Val Tanaro, il Circolo Sportivo organizza un Torneo di Doppio Misto con premi in denaro: 700 lire per il primo posto e 300 lire per il secondo, anche se non ci pervengono i nomi dei vincitori.
A luglio del 1949 scopriamo “esserci un’insolita attività di lavori di riassettamento al campo da gioco sito in regione Broglio” grazie all’aiuto di soci volenterosi che iniziano lavori di ripristino cintando il campo con rete metallica e apportando migliorie al fondo.
La Direzione del Circolo Sportivo dà l’avvio a costosi lavori di ristrutturazione a cui però, tanto per cambiare, non riesce a far fronte e si trova costretta a ricorrere ad un disperato appello sull’ Alta Val Tanaro con il quale chiede a soci e simpatizzanti un aiuto economico a tal fine.
E’ importante ricordare che il campo di Ceva è uno dei pochi esistenti nelle nostre zone in questo periodo, e soprattutto grazie all’allora Presidente, Franco Quaglia di Lesegno, riesce a risorgere dalle sue ceneri e svolgere un ruolo da protagonista nella vallata, per merito anche di Francesco Randazzo, Giovanni Gula, Alessandro Bovero (Iucci), Eugenia Bovero (Gegiu), la marchesa Camilla Pallavicino ed Angela Michelotti.

Anni '50 e '60: Il Dopo Guerra cebano e sviluppo del Tennis Club

Gli anni cinquanta rappresentano un momento di cambiamento e rinascita per la comunità cebana che si lascia alle spalle un decennio segnato dalla guerra.
Nel panorama italiano dell’epoca in Coppa Davis spiccano Marcello e Rolando Del Bello, Gianni Cucelli e Fausto Gardini. Gianni Clerici, storico, giornalista e scrittore, uno dei due italiani insieme a Nicola Pietrangeli a far parte della International Tennis Hall of Fame, gioca a Wimbledon in coppia con Orlando Sirola. Negli anni ’50 nel tennis femminile troviamo Silvana Lazzarino e Annelies Bossi. Riprendono al Foro Italico, grazie a Carlo Della Vida, i Campionati Internazionali d’Italia, secondi sul rosso solo al Roland Garros. Nel 1954 Pietrangeli debutta in Coppa Davis. E’ il giocatore più titolato nella storia del tennis italiano, mentre la Lazzarino disputa la semifinale al Roland Garros. Nel ’57 sempre Pietrangeli vince per la prima volta gli Internazionali d’Italia e nel ’59 è il primo italiano a conquistare un torneo del Grand Slam, il Roland Garros.
Nel 1960 la fa da padrone ancora Pietrangeli vincendo per la seconda volta consecutiva il Roland Garros e raggiungendo le semifinali di Wimbledon, mentre in Coppa Davis arriva in finale con Orlando Sirola. Questi sono gli anni di Sergio Tacchini, Fausto Gardini e Lea Pericoli. Quest’ultima annovera nella sua carriera ventisette scudetti, di cui dieci in singolare, undici nel doppio e sei nel misto. Prima atleta della storia a curare l’abbigliamento da gara con merletti, pizzi, paillettes, foulard e piume di struzzo.
Nicola Pietrangeli e Manolo Santana dominano per quasi 10 anni il tennis continentale e quello mondiale sui campi in terra rossa, anche se il numero “uno” al mondo per sette anni consecutivi è l’australiano Rod Laver, unico giocatore ad aver completato due Grand Slam come dilettante nel 1962 e come professionista nel 1969.
L'Italia è una delle poche Nazioni che ha preso parte a tutte le edizioni della Federation Cup (Campionato Internazionale Femminile), dalla prima, organizzata in sede unica nel 1963, ad oggi ed è stata vinta dalla nazionale italiana nel 2006, nel 2009 e nel 2010.
Nel 1968 viene meno la distinzione tra tornei per professionisti e tornei per amatori, inaugurando l’era open, nella quale tutti i giocatori si cimentano in tutti i tornei con possibilità di guadagno. Il primo dei tornei del Grand Slam ad "aprire" è l'Open di Francia, proprio con questo termine inglese open (aperto), la federazione tennistica internazionale nel 1968 apre qualsiasi torneo ai professionisti dotando tutti i tornei di relativi montepremi in denaro.
Ma torniamo a noi. Nel 1950 la Direzione del Circolo Tennistico si accorpa alla Società Operaia, pur mantenendo la propria identità, come molte altre discipline sportive cebane. Da un articolo dell’Alta Val Tanaro del marzo del 1951 apprendiamo che, a causa di una forte disorganizzazione nella gestione dell’attività sportiva, il campo viene lasciato in balia di atti vandalici e nessuno provvede a togliere le erbacce.
Sebbene non a tempo di primato a fine estate il campo raggiunge la sua sistemazione definitiva grazie all’opera attiva del geometra Giovanni Merenda aiutato dai suoi collaboratori, della Società Operaia e soprattutto all’interessamento e al contributo del dottor Francesco Quaglia di Lesegno, presidente del Club.
Nel 1952 si svolge il primo torneo “Città di Ceva”, con la partecipazione dei nostri Alessandro Bovero (Iucci), Ulrico Zucco (Ico), il dottor Francesco Quaglia, Giordano Sciarra, Marco Negretti. E’ stato il torneo delle rivelazioni e delle sorprese, in cui si son viste persone giocare con sicurezza ed esperienza, altre con rassegnazione ed altre col cuore: quest’ultime sono state la vera anima della gara. Miglior giocatore il dottor Giaccone di Garessio, vincitore del torneo. Ma la vera rivelazione cebana è stata Ulrico Zucco (Ico), secondo classificato, vincitore contro il favoritissimo Presidente Quaglia, seguito da Giordano Sciarra.
La cura e l’attenzione dimostrata nell’allestire quest’area verde getta le basi per l’edificazione del futuro parco giochi La Rotonda. Infatti è del 1953 la notizia delle intenzioni del Comune di creare, sempre in zona Broglio, un’area dedicata alla ricreazione e allo svago anche per i più piccoli. Inizia proprio in questi anni a profilarsi quello che sarebbe diventato il parco verde cebano La Rotonda.
I cebani prendono seriamente le competizioni tennistiche, tanto da giocare anche in trasferta, dando sempre più lustro a questo sport; anche se a volte prendono delle sonore batoste come la perdita (4 a 1) contro il Tc Ventimiglia nel 1953.
L’interesse verso il tennis si fa così acceso da dar vita a curiose storie di competizione fra cebani e “forestieri” e aneddoti divertenti raccontati sull’unica uscita dello Stracebano, dell’estate del 1954. Gli autori sono gli studenti universitari di Ceva che mostrano ironia ed irriverenza verso un torinese battuto da Mario Sicco e sono un po’ polemici sull’aumento della quota associativa. Divertente è la vignetta di Tanchi Michelotti!!!
Il rovescio della medaglia è però alquanto gravoso poiché la struttura non riceve la giusta manutenzione: nonostante i giocatori frequentino ogni giorno il campo, nessuno paga la quota associativa al Circolo e paradossalmente nel 1955 si registra un unico socio pagante, che peraltro non è un giocatore.
Solo grazie al sindaco, mediante un intervento comunale e l’aiuto concreto degli Alpini, si rimette in sesto La Rotonda e il campo da tennis si prepara a ricevere un nuovo vicino di casa: il 24 giugno del 1957 viene infatti inaugurato lo Sferisterio ”Vincenzo Ferro”, detto Bialera, realizzato davanti alla Porta Tanaro che funge da ingresso allo stesso, mentre accanto al suo muro di cinta viene posizionato il campo da tennis, un po’ spostato verso il Tanaro.
Protagonisti del tennis cebano di questo periodo sono molti, ma tra tutti spiccano Riccardo Luciano (Dado), Giuseppe Bottero (Giogi), Eugenia Bovero (Gegiu), Anna Rigazio, Gabriella Taramazzo (Gabì) che proprio sul campo da tennis corona il suo sogno d’amore con il dottor Franco Azzoaglio, Ulrico Zucco (Ico), Mario Sicco, Giordano Sciarra e per continuare negli anni ’60 con Ezio Bazzano, Carlo Gatti, Giuseppe Bottero (Beppe), il dottor Reineri di Lesegno, Mario Borsarelli, Renato Gonella (Nini), Pierino Robaldo, Luciano Gula, Silvio Gamba e molti altri che troviamo a fare la parte del leone anche negli anni ’70.
Come abbiamo già accennato il parco de La Rotonda viene rimodernato e trasformato ad opera degli Alpini in forza alla caserma G. Galliano. Il campo da tennis esistente viene spostato dietro il muro dello sferisterio e vengono costruiti i nuovi giochi delle bocce alla sua sinistra e alla sua destra gli spogliatoi muniti di doccia.
L’allora Presidente del Ceva Tennis Club, Ezio Bazzano insieme al segretario Mario Borsarelli e al Vice Presidente Silvio Gamba, il compianto Assessore allo Sport e al Turismo e Vice Sindaco dell’attuale Amministrazione, si impegnano in un tesseramento a tappeto che porta il Club a raccogliere, in una sola estate, l’iscrizione di ben 250 soci tra atleti e persone estranee alla pratica tennistica. Le quote associative per gli adulti ammontano a 10.000 lire e per i ragazzi 5.000 lire. Con il ricavato vengono acquistati presso un magazzino di Torino alcuni pali dismessi dell’ATM (Azienda Torinese Mobilità), i quali, essendo troppo bassi, necessitano di un piccolo arrangiamento: il fabbro Guffanti salda insieme due pali per raggiungere l’altezza desiderata, i tennisti si trasformano in muratori per fissarli al terreno, mentre l’impianto elettrico viene eseguito gratuitamente dalla Ditta Merlino: “E luce fu”.
Nel 1964, la Società Operaia si fonde con un’altra società di mutuo soccorso, la Società Brenta e trasferisce la sua sede nei locali in Piazza d’Armi. Dunque quest’ultima prende in gestione i locali de La Rotonda, accorpando a sé le società sportive che prima gravitavano sulla Società Operaia.
Nel 1965 viene redatto un prezziario per l’uso del campo da tennis in accordo col Presidente Bazzano, che viene riscosso direttamente dalla Brenta: stagione estiva 4.000 lire per gli adulti e 2.000 lire per i ragazzi; al mese (giugno e settembre) 1.000 lire per gli adulti e 500 lire per i ragazzi; al mese (luglio e agosto) 2.000 lire per gli adulti e 1.000 lire per i ragazzi; all’ora 250 lire per gli adulti e 150 lire per i ragazzi. Ai ragazzi è consentito giocare fino alle 18, dopo è riservato agli adulti.
Nel 1966 vengono eseguite delle modifiche alla zona “danzante” de La Rotonda dotata di un telone che la divide dal campo da tennis, in questo modo si evita che qualcuno ne approfitti per non pagare il biglietto per ballare e si permette a chi vuole assistere alle partite di poter accedere senza pagare. Per parecchio tempo si vieta ai tennisti di giocare alla sera per evitare equivoci.
Il circolo si barcamena tra vari problemi, ma il più gravoso è l’inverno! E’ il vero nemico del campo da tennis in quanto rovina il manto rosso e a primavera obbliga il Club ad ingenti spese per rimettere in sesto la superficie di gioco. Nei resoconti della Brenta troviamo all’ordine del giorno: acquisto di terra rossa, rete metallica per la recinzione, strisce per il campo, rete da gioco. Tutte spese ordinarie per un circolo tennistico, ma che fanno sì che si sia sempre in perdita a fine anno dati gli alti costi per mantenere la struttura.
Naturalmente il singolo giocatore o lo spettatore non può capire quanto sia costoso mantenere a livelli decorosi una struttura sportiva e dal di fuori si pensa che i soliti furbetti non tirino fuori i soldi, senza essere al corrente dei reali problemi del Club. Di fronte ad aumenti della quota associativa si sviluppano le solite polemiche e purtroppo nascono come funghi anche i portoghesi che non si accorgono di gravare sugli altri.
Nel 1969 il Circolo Tennistico inizia a diventare sempre più autonomo anche se la Brenta continua ad incassare i proventi del tennis.

Anni ’70: Il Tennis Moderno

Negli anni di ritrovato benessere economico si fa strada un nuovo campione la cui carriera è costellata da splendide vittorie: Adriano Panatta. Nel 1970 sconfigge in cinque set Nicola Pietrangeli nella finale dei Campionati Italiani a Bologna, aprendo un nuovo capitolo nel tennis italiano.
Nel 1971 si adotta il tie-break (gioco decisivo) sul punteggio di 8-8 che nel 1979 si riduce a 6-6. Nel 1972 nasce la Association of Tennis Professionals, abbreviata in ATP e da qui è storia odierna.
Nel 1973 si ricorre all'uso dell'elaboratore elettronico per aggiornare quotidianamente le classifiche dei tennisti professionisti, che sino ad allora vengono compilate da esperti per essere pubblicate su giornali e riviste specializzate.
Nel 1975 Adriano Panatta è il primo italiano a partecipare al Masters di fine anno. Il 1976 rappresenta per Panatta il culmine della carriera: trionfa in Coppa Davis nella squadra capitanata da Pietrangeli battendo il Cile a Santiago, vince gli Internazionali d’Italia e il Roland Garros raggiungendo la 4° posizione nel ranking mondiale. Nel ’78 gioca la sua ultima finale agli Internazionali d’Italia perdendo contro Bjorn Borg (tennista svedese che reinventa il tennis aprendo le porte a quello contemporaneo). Sempre nel 1978 Corrado Barazzuti è il secondo italiano a chiudere la stagione fra i primi dieci giocatori del mondo, mentre nel femminile Sabina Simmonds è la più forte giocatrice italiana di quegli anni.
Grazie alla diffusione del tubo catodico e al successo di Panatta il tennis entra nelle case degli italiani risvegliando l’interesse della gente. Ceva non è da meno facendosi prendere dall’entusiasmo generale. Il tennis diventa uno sport così popolare da spingere molta gente a giocare anche in settimana, terminato l‘orario di lavoro. Vi è l’esigenza di illuminare il campo di notte e quindi di avere un contatore elettrico distinto da quello delle bocce. Nel mese di marzo del 1970, la Brenta stipula un contratto con l’Enel per tre anni che funziona da maggio a settembre e si decide che i soci che usufruiscono della luce debbano pagare una piccola quota oraria per l’energia elettrica utilizzata.
Il Presidente del Club, Ezio Bazzano, prende un nuovo custode per la manutenzione e la pulizia del campo da gioco e lo spogliatoio: Primo Dormetta a cui succederà Cesare Rondizzone.
La Rotonda, che già accoglie il campo da tennis, quello da bocce e lo sferisterio, nel 1971, grazie allo stanziamento di 250 mila lire della Società Ama Brenta, si arricchisce di un parco giochi per bambini. Quest’area diventa un punto di aggregazione fondamentale per adulti e bambini della nostra città.
In seguito il campo da bocce viene trasferito vicino alla Brenta verso il Tanaro e, come ci racconta Ezio Bazzano, per qualche tempo il club approfitta del terreno libero e costruisce un secondo campo da tennis. A causa del progetto per la nuova piscina comunale, che tutt’ora si trova presso il parco de La Rotonda, il campo viene dismesso dopo poche stagioni.
Già negli anni ’70 Bazzano iscrive il Club alla Fit (Federazione Italiana Tennis), facendo entrare il Circolo ad un livello più alto: la Fit manda un maestro ufficiale a fare un corso estivo per i ragazzi.
A livello cuneese in questi anni spadroneggia Paolo Montevecchi, una carriera da tennista iniziata da giovanissimo che l’ha portato a conquistare numerosi riconoscimenti, riesce a portarsi a casa una vittoria contro Adriano Panatta e data la grande amicizia con Ezio Bazzano viene a Ceva per un’esibizione con la squadra del Country Cuneo.
Ezio Bazzano e Silvio Gamba fanno coppia fissa nei doppi, durante i tornei di Cengio, San Giacomo, Murazzano e nei comuni vicini a Ceva per parecchi anni.
E’ proprio in questi anni vediamo affrontarsi sui campi da tennis lo stesso Silvio Gamba, vincitore di ben 7 tornei sociali (dal 1972 al 1978), il suo rivale Alberto Cajro e tutta una schiera di giocatori agguerriti e desiderosi di competere nel Torneo Sociale quali Claudio Bazzano, Franco Risso, Walter Gregorio, Carlo Gatti, Davide Alciati, Domenico Cairo, Franco Robaldo, Giuseppe Bottero (Beppe), Giovanni Taramasso, Adriano Pecollo, Silvio Baracco, Alfredo Vizio, Enrico Roascio (Pucci), Marco Paolini, Giovanni Vaira (che per alcune stagioni si occupò anche dei campi) e molti altri.
Si disputano due diversi tornei: il Torneo Sociale aperto a tutti i soci e il Torneo Torre Guelfa. Quest’ultima è una competizione di alto livello aperta ai giocatori agonisti Fit del circolo ed anche da fuori casa.
La passione per il tennis contagia anche i giovanissimi: sono i bambini di allora a far crescere e trasformare il tennis cebano in quello che è oggi. Già a primavera aspettano con trepidazione l’uscita da scuola per precipitarsi al campo de La Rotonda per giocare a tennis fino all’arrivo dell’autunno. Si organizzano vari corsi di tennis per imparare le regole e la tecnica di gioco: nel primo partecipano Lorenzo Bertola, Giorgio Facello, Claudio Tomatis e i fratelli Giovanni, Alessandro e Andrea Marenco, nel secondo Fabio Gregorio, Renato Scapinello, Roberto e Alessandro Nan, Massimiliano Gonella.
Il successo del tennis recluta sempre più giocatori in erba e continuano i corsi.
Nel 1978 la Brenta diminuisce gli aiuti alle società sportive e pian piano tutte le società iniziano a camminare con le loro gambe. Il tennis si fa installare un contatore a proprie spese che paga direttamente.

Anni ’80:Il Tennis Contemporaneo

Sul piano internazionale si incomincia a giocare “il tennis contemporaneo”. Indimenticabili le partite di Bjorn Borg contro John McEnroe e Jimmy Connors e di altri grandi come Ivan Lendl, Boris Becker, Stefan Edberg, Mats Wilander, Martina Navratilova …
Nicola Pietrangeli nel 1986 è il primo italiano ammesso alla Hall of Fame del tennis di Newport, ma un piccolo vanto del tennis nostrano sono le donne quali Raffaella Reggi, Laura Garrone, Sandra Cecchini e Laura Golarsa che la fanno da padrone sui campi da gioco. In Piemonte, abbiamo una stella: Gianni Ocleppo. Annovera nella sua carriera diversi premi, raggiungendo nel raking la trentesima posizione e partecipa alla Coppa Davis perdendo in finale contro Ivan Lendl.
Sin dagli inizi questo sport si integra col territorio cebano grazie all’organizzazione di tornei sociali ben riusciti, dai quali emerge subito il carattere dei soci e del direttivo che uniscono allo spirito di aggregazione, comune a tutti i tornei, anche il lato agonistico con l’affiliazione nel 1989 del Club alla Federazione Italiana Tennis (Fit). Sempre in questi anni il Club adotta il logo creato da Pietro Contegiacomo e Ezio Massera che viene riprodotto sul muro dello sferisterio del campo numero 1.
Sono gli anni di Davide Alciati, Giorgio Facello, Claudio Tomatis, Lorenzo Bertola, Alberto Cajro, Franco Risso, Walter Gregorio, Fabio Gregorio, Andrea Bazzano, Claudio Bazzano, Roberto Martino, Enrico Roascio (Pucci), Alberto Bezzone, Paolo Fogliacco, Loris Parodi, Walter Seghesio, Bruno Vadda, Daniele Mao, Ferdinando Susa, Davide Gamba, Enrico Bottero, Adriano Peirano, Ezio Nurisio, Giuseppina Aimo, Elio Tarone, Ivo Storai, Gianluca Penna e molti altri.
Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 i giovanissimi Lorenzo Bertola, i gemelli Andrea e Alessandro Marenco, Renato Scapinello, Luca Prato e Franco Ripa non trovando il campo libero, approfittano dei lavori di costruzione della palestra della scuola media per giocare a tennis. Essendo in costruzione, gli operai lasciano le porte aperte e i nostri eroi rubano lo scotch ad Ada Marenco per le righe e usano un filo per la rete che viene sostenuta da manici di scopa per fare un campo da tennis di fortuna. Quando gli operai lavorano i giovani ripiegano su piazza Vittorio Veneto, giocando contro i garage dei palazzi facendo infuriare i condomini oppure disegnando un campo con lo spray sull’asfalto, ma le palline finiscono sempre nel Cevetta.
In questi anni, l’Assessore allo Sport, il dr. Giampaolo Boccardo lancia l’idea di creare una Polisportiva che raggruppi tutte le discipline sportive nella stessa area, individuata nella zona del Broglio e de La Rotonda. Si incomincia a spostare il campo da calcio e si costruisce una pista di pattinaggio, una pista di atletica e il progetto della piscina.
Purtroppo il progetto viene stravolto e la piscina viene fatta al posto del gioco delle bocce. L’idea di creare una Polisportiva viene ripresa nel 2009 da Silvio Gamba, ma si blocca con la sua improvvisa scomparsa.
Tanti sono i giocatori e forte è la passione per questo sport che spinge l’amministrazione comunale a costruire un secondo campo, dove inizialmente era prevista la piscina e nell’ aprile del 1985 i lavori di costruzione degli impianti sportivi sono affidati alla ditta Itinera di Roccaforte Mondovì, la cui opera prevede la costruzione del famoso campo numero 2 a ridosso del Tanaro. Naturalmente sarebbe stato meglio fare il campo all’ombra del muro dello sferisterio e la piscina al sole … ma a caval donato non si guarda in bocca …
E’ un grande successo per il nostro club poter disporre di due campi da tennis, ciò è la dimostrazione di quanto sia diffuso nella nostra cittadina questo sport. La passione per il tennis è così forte da vincere talvolta ostacoli per alcuni insormontabili, come accade per esempio a Lorenzo Bertola. Infatti neppure l’incidente dell’86 riesce a tenerlo lontano dai campi, tanto da riuscire ad alzarsi la pallina con lo stesso braccio con cui esegue la battuta, arrivando dopo soli due anni al secondo posto nel sociale. Molti cebani giocano per alcuni anni dando anima e corpo a questo sport, come Ferdinando Susa, ex portiere del Ceva, grande pallettaro, che riesce a vincere un sociale contro Alberto Cajro.
Sul versante agonistico si crea la prima squadra che disputa la Coppa Italia Maschile NC composta da Lorenzo Bertola, Giorgio Facello, Claudio Tomatis, Fabio Gregorio, Simone Franco e Andrea Bazzano.
Nei Tornei Sociali giocano la parte del leone Alberto Cajro, Lorenzo Bertola e Giorgio Facello. Mentre il torneo Torre Guelfa mette in ombra i giocatori nostrani, tanto da indurre il direttivo alla manipolazione “legale” del tabellone nel quale non vengono mescolati i giocatori forestieri a quelli cebani, ma sono schierati per appartenenza: i forestieri nella parte alta e i cebani in quella bassa del tabellone. In tal modo si garantisce sempre una presenza nostrana in finale.
Proprio in questi anni, vogliamo ricordare con tenerezza una figura sempre presente al tennis e noto alle forze dell’ordine in qualità di “rubagalline”, come dicono alcuni cebani, che dedica gli ultimi anni della sua vita alla cura dei campi da gioco: Cesare Rondizzone detto Pacino. Si è sempre occupato della manutenzione dei campi in modo meticoloso, al punto di controllare ogni volta le scarpe di ciascun giocatore. Muore d’infarto sul campo da tennis mentre passa lo straccio: questo è vero attaccamento al lavoro!

Anni ’90: L’alluvione e il cambiamento di sede

Gli Internazionali d’Italia entrano a far parte del circuito Atp Super 9, che sarà ribattezzato nel 2000 Masters Series e nel 2009 Masters 1000.
Il più grande campione degli anni ’90 è Pete Sampras che deve il suo successo al gioco aggressivo, potente e al tocco della palla, è l’ultimo grande interprete dello stile Serve & Volley puro, batte con grande potenza e scende subito a rete per chiudere il colpo con una volée. Soprannominato Pistol Pete per il suo servizio a 215 km orari, vince ben 14 Slam. Ancora oggi Fabio Gregorio, suo sfegatato tifoso, ne espone il poster al bar GB, rifiutandosi di donare la “reliquia” al Museo del Tennis Cebano.
Cresce in questi anni a livello agonistico anche André Agassi, primo uomo a vincere 4 tornei dello Slam, la medaglia d’oro del singolare olimpico, il Torneo Atp World Championship e la Coppa Davis.
Tra gli altri grandi ricordiamo Jim Courier, Steffi Graff, Monica Seles e Gabriela Sabatini.
A livello locale ritroviamo i soliti noti che l’hanno fatta da padroni nel decennio precedente con new entry quali Gianluca Giordanengo (Ghengo), Roberto Vassallo, Davide Gamba, Stefano Santero, Francesco Tarditi, Sandro Gatti, Giacomo Prandi, Luca Cattalano e molti altri.
Non mancano neppure le donne nel tennis cebano con Patrizia Minetti, Luciana Suria, Liliana Facello, Franca Suria, Antonella Ghisolfi, Claudia Briatore e Fiorella Gonella.
La forte rivalità tennistica tra i giocatori mette in crisi il Club al punto che, nel normale svolgimento del Torneo Sociale, ci sono delle rimostranze per la compilazione del tabellone, in quanto vengono contestate le teste di serie: per ben due volte il tabellone viene buttato nel Tanaro e la terza notte viene bruciato … la competizione è a livelli altissimi!!
Tutt’altro affare è la Coppa Italia. Tanti sono i giocatori desiderosi di competere a livello agonistico e nasce l’esigenza di creare ben due squadre. La prima con Lorenzo Bertola, Giorgio Facello, Claudio Tomatis, Fabio Gregorio, Simone Franco e Andrea Bazzano che passa il turno, vincendo contro lo Sporting Mondovì in trasferta, la seconda con Enrico Roascio (Pucci), Alberto Cajro, Gianluca Giordanengo (Ghengo), Roberto Vassallo (Robertino) e Giovanni Marenco.
Non dimentichiamoci però che la maggior parte dei nostri giocatori sono ancora ragazzi e per quanto seriamente prendano le competizioni non rinunciano di certo al divertimento soprattutto le sere precedenti alle gare. Come ricorda umoristicamente Fabio Gregorio “erano le 7 del mattino e non si avevano notizie di Bertola, quando lo vediamo arrivare a piedi, ancora in abiti da discoteca e senza racchetta e ci fa: <vado a prendere la borsa>”. Nonostante ciò la squadra vince contro la Michelin di Cuneo in trasferta.
Le attività del club prevedono lo svolgimento del Torneo Torre Guelfa ad inizio agosto, mentre il Torneo Sociale a settembre inoltrato. Purtroppo per il dilungarsi dei tempi dei giocatori e il sopraggiungere del maltempo si rischia sempre di giocare in mezzo alla pioggia per non dire la neve! Grazie all’allora Presidente del club Giorgio Facello si decide di anticipare il Torneo Sociale a metà agosto.
Nel 1992 si organizza il Trofeo Rondizzone, a livello di Federazione, in memoria del personaggio così presente per il Tennis Club Ceva scomparso da poco tempo. Al posto di Cesare Rondizzone arrivano prima Pietro Porcu e poi Renato Regis (Tato).
Purtroppo si sta per abbattere su Ceva una grandissima sciagura: l'ultima esondazione del Tanaro, che colpisce la città nella notte tra il 4 e il 5 novembre 1994, inonda gran parte del centro abitato provocando ingenti danni. L’alluvione rovina i campi riempiendoli di detriti.
L’amministrazione comunale prende allora la drastica decisione di creare una nuova area dedicata allo sport presso la vecchia fabbrica di piastrelle Ilsa. Si progetta un comprensorio per il Tennis e la Bocciofila: due campi in terra rossa all’aperto e uno sintetico al coperto per noi, due campi per le bocce di cui uno all’aperto e uno al chiuso. I lavori nell’area ex Ilsa iniziano nel 1997 e vengono affidati all’impresa Parola di Borgo San Dalmazzo.
Nel frattempo viene dismesso il campo 1 a La Rotonda, troppo deteriorato in seguito all’alluvione, ma i cebani non si fanno piegare dalle avversità e già dal 1995 si disputa il Torneo Sociale sul campo 2 che si continua ad usare fino al 1999.
Nel 1997 a causa delle difficoltà in cui versa la Società si interrompe l’affiliazione alla Federazione Italiana Tennis per essere poi ripresa nel 2000.
Nel 1998 il nostro Club assume una nuova veste giuridica costituendo un’Associazione sportiva, non commerciale senza fini di lucro e cambia il proprio nome da Ceva Tennis Club a Tennis Club Ceva.
Gli artefici di questo cambiamento sono Giorgio Facello, Fabio Gregorio, Lorenzo Bertola, Enrico Roascio, Andrea Bazzano, Roberto Martino, Roberto Vassallo e Gianluca Giordanengo.
Nel 1999 si gioca per la prima volta la 24 ORE nel nuovo sito dell’Ex Ilsa. Si tratta di una competizione che si svolge in un tour de force durante il quale i soci bivaccano presso i campi con tende, sacchi a pelo e cibo per il ristoro diurno e notturno.
E’ importante notare che andare via da La Rotonda per trasferirsi al parco Perlasca comportò un grandissimo cambiamento nella vita dei tennisti e non. Il fascino de La Rotonda era sempre stato nell’aggregazione, tutti avevano sempre fatto una “puntata” con la racchetta in mano per fare una partita, se non si trovava qualcuno con il quale giocare si poteva parlare, bere etc... Fu sempre un misto di urla, giochi e rumori di ogni genere. Purtroppo il trasferimento al parco Perlasca ci ha dato una bellissima struttura, contornata da verde e tranquillità, ma non è più così facile trovarsi per caso a giocare. Non dimentichiamo che i nostri soci più giovani entravano nel mondo del lavoro o iniziavano l’università, così il Club registrò un calo progressivo nell’affluenza, mettendo in crisi l’esistenza dello stesso Circolo.

Il Duemila: Tennis non più Tennis, sempre Tennis

Il duemila è un decennio all’insegna del “rosa” per l’Italia, merito delle numerose vincite in Fed Cup 2006 di Flavia Pennetta, Francesca Schiavone, Roberta Vinci, Mara Santangelo e Tathiana Garbin capitanate da Corrado Barazzutti.
A livello internazionale abbiamo le sorelle Serena e Venus Williams, Maria Sharapova, Anna Kournikova, Kim Clijsters, Justine Henin, Amelie Mauresmo, Jennifer Capriati e Martina Hingis.
Nel tennis maschile l’Italia non spicca per eccellenza, anche se troviamo buoni giocatori come Filippo Volandri, Potito Storace e Fabio Fognini. Nel 2006 il nostro Gianni Clerici è il secondo italiano ad essere ammesso alla Hall of Fame del Tennis.
Nel panorama mondiale però il duemila è costellato da figure maschili di grande rilievo che mettono in ombra il tennis del passato: Roger Federer, Rafael Nadal, Novak Djokovic, Andy Murray, Robin Soderling, Andy Roddick e molti altri.
Nel 2008 nasce Super Tennis la rete televisiva della Federazione Italiana Tennis (Fit) e proprio come negli anni ’70 grazie alla Rai, si incomincia a trasmettere il tennis per tv grazie a Sky e al digitale terrestre, aumentando la visibilità di questo sport.
A livello nostrano, l’inizio del 2000 è all’insegna della novità! Nuova veste giuridica per il Club, nuovi campi e nuovi spogliatoi. I campi a La Rotonda spariscono per restare solo all’ex Ilsa, nel nuovo comprensorio sportivo.
Ceva si fregia per la prima volta, a livello di Federazione, di una squadra femminile in Coppa Italia, composta da Claudia Briatore, Jessica Cravero, Fiorella Gonella ed Elena Castagnino per circa quattro anni.
Però come dicevamo poco prima, il passaggio da La Rotonda all’ex Ilsa porta a significativi cambiamenti. Tutta la vecchia leva gioca meno per la difficoltà d’incontrarsi, dato che i giovani hanno incominciato a lavorare o studiano presso le università a Torino o a Genova. Si chiede alla società sportiva dell’Anteo di gestire i campi, mentre Giorgio Facello lascia la presidenza del Tennis Club Ceva per seguire l’attività commerciale e la famiglia a Mondovì.
Nel 2003 Fabio Gregorio chiede alla maestra PTR (Professional Tennis Registry) Claudia Bassini, di venire ad insegnare al posto di Giorgio Facello. Ma ormai l’incantesimo de La Rotonda è spezzato. Non si riesce più a far affezionare i giovani a questo sport e pian pianino il Club va in crisi e tutti si demoralizzano. Addirittura non ci si impegna più di tanto a finire i Tornei Sociali e i Tornei Fit vanno alle calende greche…
In questi anni non mancano episodi goliardici, contornati da un po’ di sport, infatti si organizzano le famose “24 Ore”, dove i nostri giocatori abituali e non, si divertono a correre dietro alla pallina tra una pastasciutta e un buon bicchiere di vino…..memorabile l’anno in cui Gino Accomo ed Enrico Stirianotti, con l’allora presidente Stefano Santero, comprano una piscina gonfiabile… ancora presente nei nostri magazzini e la posizionano davanti al campo 1. Tutto il Parco Perlasca è pieno di tende per dormire prese in prestito dal Cai, con tenda principale dotata di frigo, gas e televisione, per non dimenticare le comodità casalinghe. I giocatori iniziano a giocare il sabato pomeriggio per concludere alla domenica pomeriggio.
Ma tutto questo non è sufficiente a far risorgere il Club e dopo tre anni di gestione Anteo, come successe con la Brenta, il Club riprende a camminare con le sue gambe.
A metà del 2008 si cambia parte del direttivo del circolo e si mettono “quasi per gioco” cinque persone che iniziano a “seminare”: Francesco Tarditi, Lorenzo Bertola, Barbara Florio, Ezio Tarditi e Francesco Quaglia (Franco). Ben presto questi prodi riescono a far tornare la voglia di giocare a tennis a grandi e piccini.
Il livello delle competizioni aumenta di anno in anno dai tornei 4.4 si arriva a fare i tornei 3.3, mentre per ciò che riguarda il Campionato a Squadre siamo a livelli un po’ bassi, oserei dire che più in basso di così non possiamo andare, ma i nostri soci si divertono a giocare per 5 giornate in trasferta o in casa, perché si passa il tempo in allegria e forse ci scappa anche un bel pranzetto. Per non parlare del Doppio Giallo che vede ogni anno aumentare il numero dei partecipanti. D’estate i campi sono tornati ad essere un luogo di aggregazione, dove si è sicuri di trovare qualcuno con cui chiacchierare, organizzare una partita e guardare qualche set.
Nel 2010, grazie a Luigi Accomo (Gino) ed Enrico Stirianotti (Stiria) abbiamo una nuova sede sociale presso il campo da tennis al coperto gestito tutt’oggi dall’Anteo, con una splendida finestra che si affaccia sui nostri campi in terra rossa.
Viene così l’idea al segretario del Club, Barbara Florio, di attrezzare questo splendido locale, metà ad ufficio, così i documenti restano in un’unica sede e soprattutto al riparo da eventuali alluvioni e l’altra metà a Museo del Tennis, raccogliendo racchette, palline… chi non si ricorda delle palline bianche? Si è anche recuperata la bacheca in legno posizionata sotto i portici.
Si racconta un curioso aneddoto: durante i lavori in quest’area sportiva, il campo da tennis doveva trovarsi dentro alla Bocciofila di fianco ai giochi delle bocce, ma iniziati i lavori si nota subito che non ci sono le misure e le altezze necessarie per un campo regolare, quindi si opta per costruirne uno in una struttura indipendente, lasciando gli spogliatoi estivi nella struttura del Bocciodromo.
Nel 2012 si festeggiamo i nostri 70 anni, lunghi, pieni di bei ricordi e anche un po’ sofferti, ma sempre vissuti fino all’ultimo attimo … e cosa dire se non AUGURI!!!

Attività Sociale dal 2000 al 2012

2000

Torneo Sociale
Affiliazione alla Fit (Federazione Italiana Tennis)
24 ore
Torneo Fit 4.4
Coppa Italia (Fabio Gregorio, Francesco Tarditi, Stefano Santero, Luca Cattalano, Giacomo Prandi, Claudio Tomatis, Dotta)
A decorrere dall’anno 2000 i campi da tennis all’aperto sono funzionanti e fruibili nel nuovo parco sito nell’area ex Ilsa, denominato Parco Perlasca.
In data 12.10.2000 è stato redatto il relativo Certificato di Regolare Esecuzione.
Si ritira Fabio Gregorio
2001
Torneo Sociale: non disputato
Torneo Fit 4.4
Coppa Italia
24 ore
2002
Torneo Sociale: non disputato
Torneo Fit 4.4
Coppa Italia (Stefano Santero, Francesco Tarditi, Luca Cattalano)
24 ore
Gestione Anteo
2003
Torneo Sociale: non disputato
Torneo Fit 4.4
Campionato a Squadre D3 (Davide Castagnino, Sandro Gatti, Luca Cattalano, Gianluca Giordanengo, Stefano Santero, Francesco Tarditi)
24 ore
Gestione Anteo
2004
Torneo Sociale
Campionato a Squadre D3 (Davide Castagnino, Sandro Gatti, Luca Cattalano, Gianluca Giordanengo, Stefano Santero, Francesco Tarditi, Giacomo Prandi, Alberto Bezzone)
Torneo Fit 4.4
24 ore
Gestione Anteo
2005
Torneo Sociale
Coppa d’Inverno Maschile “Trofeo Gianluca Cattaneo” (Stefano Santero, Francesco Tarditi e Giacomo Prandi)
Campionato a Squadre D3 (Davide Castagnino, Stefano Santero, Francesco Tarditi, Giacomo Prandi)
Torneo Fit femminile 4.4
Torneo Fit maschile 4.4 “Punto Sport”
2006
Torneo Sociale: non disputato
Campionato a Squadre Femminile D3 (Briatore Claudia, Gonella Fiorella, Castagnino Elena, Cravero Jessica)
Campionato a Squadre Maschile D3 (Prandi Giacomo, Santero Stefano, Tarditi Francesco, Giordanengo Gianluca, Quaglia Marco)
Torneo Fit maschile 4.4
Torneo Fit femminile 4.4
2007
Torneo Sociale: non disputato
Campionato a Squadre Maschile D3
Torneo Sociale
Iscrizione al CONI: Associazione Sportiva Dilettantistica.
Torneo Fit maschile 4.4
2008
Torneo Sociale
Torneo Fit maschile 4.4
Campionato a Squadre Maschile D3 (Lorenzo Bertola, Stefano Santero, Marco Quaglia, Francesco Tarditi, Francesco Quaglia, Davide Ravotto)
2009
Giudici Arbitro di I livello (Barbara Florio e Ezio Tarditi)
Campionato a Squadre D3
Fit Torneo Maschile 3.3 “Il Podio”
Torneo Sociale
Torneo Sociale Under 13
Sport in Piazza
Doppio Giallo: I Edizione 2009
2010
Campionato a Squadre D3 (Stefano Santero, Francesco Tarditi, Luigi Attanasi, Lorenzo Bertola, Fabio Mazzarelli, Matteo Cajro, Luca Cattalano, Matteo Bologna, Sandro Belerio)
Torneo Fit Maschile 3.3 “Il Podio”
Torneo Sociale
Torneo Sociale Under 13
organizzato con gli allievi di Claudia Bassini e Giorgio Facello
Doppio Giallo: II Edizione 2010
2011
Campionato a Squadre D3 (Lorenzo Bertola, Sandro Belerio, Luigi Attanasi, Simone Franco, Francesco Tarditi, Fabio Mazzarelli, Luca Cattalano, Santero Stefano)
Torneo Fit Maschile 3.3 “Il Podio”
Torneo fine corso di Claudia Bassini e Giorgio Facello
Doppio Giallo: III Edizione 2011
2012
Campionato a Squadre D3 (Lorenzo Bertola, Sandro Belerio, Luigi Attanasi, Matteo Cajro, Fabio Mazzarelli)
Torneo Fit Maschile 3.3 “Il Podio”
Doppio Giallo: IV Edizione 2012
Torneo Sociale
Torneo Sociale Under 16
Inaugurazione Museo del Tennis
Festa per i ’70 anni.

Presidenti

1942-1953 Dottor Francesco Quaglia
1954-1963 ignoto
1964-1971 Ezio Bazzano
1972-1976 Silvio Gamba
1977-1978 Adriano Pecollo
1978-1980 Davide Alciati
1981-1986 Alberto Cajro
1987-2003 Giorgio Facello
2004-2008 Stefano Santero
2009-2017 Francesco Tarditi
2018- a oggi

Coadiuvati nella gestione del Club da:
1949 – 1964 Società Operaia
1964 – 1978 Ama Brenta
1978-2002 Tennis Club Ceva
2002 – 2004 Anteo
2004 –ad oggi Tennis Club Ceva

Torneo Sociale

Abbiamo notizie di alcuni vincitori dei Tornei Sociali, prima del ‘70: Mario Sicco, Cesare Levi, Luciano Gula, Pierino Robaldo e Silvio Baracco

1970 Cesare Levi
1971 Silvio Gamba
1972 Silvio Gamba
1973 Silvio Gamba
1974 Silvio Gamba
1975 Silvio Gamba
1976 Silvio Gamba
1977 Silvio Gamba
1978 Silvio Gamba
1979 Alberto Cajro
1980 Alberto Cajro
1981 Davide Alciati
1982 Giorgio Facello
1983 Franco Risso
1984 Lorenzo Bertola
1985 Ferdinando Susa
1986 Lorenzo Bertola
1987 Giorgio Facello
1988 Giorgio Facello
1989 Giorgio Facello
1990 Fabio Gregorio
1991 Mario Venturino
1992 Fabio Gregorio
1993 Lorenzo Bertola
1994 Fabio Gregorio
1995 Lorenzo Bertola
1996 n.d.
1997 Lorenzo Bertola
1998 Fabio Gregorio
1999 Diego Roberi
2000 Claudio Tomatis
2001 n.d.
2002 n.d.
2003 n.d.
2004 Davide Castagnino
2005 Davide Castagnino
2006 n.d.
2007 n.d.
2008 Lorenzo Bertola
2009 Lorenzo Bertola
2010 Davide Castagnino
2011 Davide Castagnino
2012 Lorenzo Bertola
2013 Lorenzo Bertola
2014 Lorenzo Bertola
2015 Lorenzo Bertola
2016 Lorenzo Bertola
2017 Lorenzo Bertola
2018 Lorenzo Bertola