Logo

Collegamenti esterni




Facebook Seguici anche su Facebook!

Monumenti ed Architetture a Ceva


Associazione Ceva nella Storia - Monumento a Giuseppe Galliano

Monumento a Giuseppe Galliano     Torna all'indice


Il monumento al tenente colonnello Giuseppe Galliano è situato nei giardini della piazza intitolata al medesimo, che i cebani, almeno quelli di età un po’ più avanzata, usano ancora chiamare I giardinetti, allestiti nel 1932.

L’opera scultorea è commemorativa delle gesta dell’eroico concittadino, nativo di Vicoforte, ma trasferitosi ancor fanciullo a Ceva con la famiglia, dove tornava ogni qual volta non era impegnato in azioni militari. Galliano si distinse nella Guerra di Abissinia del 1895-1896 e prima ancora negli scontri contro i Dervisci del Sudan, a salvaguardia della colonia italiana d’Eritrea. I meriti acquisiti in terra d’Africa gli valsero due medaglie d’oro e due d’argento al valor militare ed i cavalierati dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro e dell’Ordine della Corona d’Italia. L’evento che più esaltò la sua figura fu la strenua difesa del forte di Enda Yesus, presso Macallè, nel gennaio 1896. Il 1° marzo successivo cadde nella battaglia di Adua ed il suo corpo non venne mai ritrovato.

Il 17 aprile 1898 si costituì una commissione per le onoranze alla sua memoria a Ceva, presieduta dal commendator avvocato Ferdinando Siccardi e composta dalle più autorevoli personalità dell’ambito culturale, politico e militare della città. Il comitato chiese all’Autorità Militare di intitolare a Galliano la locale Caserma Alpina e stabilì di indire un concorso per la realizzazione di un monumento, da collocarsi in località Brolio, nel piazzale antistante al palazzo dell’Asilo Infantile Umberto I, da finanziarsi con pubblica sottoscrizione.

Alla selezione parteciparono, inviando disegni e bozzetti, artisti di fama nazionale: Casetti, Cerini e Sassi da Torino; Micheletto da Milano; Calzolari e Pazzini da Firenze; Gualdesi da Urbino, Lamenti e Nicolini da Roma. I progetti, con i relativi allegati, furono esposti in Municipio, con lo scopo di raccogliere anche il parere della popolazione e di esperti in materia. Alla fine si aggiudicò l’esecuzione dell’opera lo scultore torinese Giuseppe Vittorio Cerini, che si avvalse della collaborazione della fonderia Strada di Milano. L’importo totale corrisposto allo scultore fu di L. 5.500. Problemi relativi alla fusione in bronzo della scultura, che dovette essere fatta due volte, costrinsero l’artista a ritardare il completamento del monumento.

Domenica 17 settembre 1899, si tenne la solenne inaugurazione. Il senatore saluzzese Carlo Buttini (1842-1901) pronunciò l’orazione ufficiale di fronte ad autorità politiche, civili e militari di rilevanza nazionale, sindaci ed amministratori della zona, rappresentanti di molti enti pubblici ed associazioni operaie ed agricole del Piemonte e della Liguria, inviati di prestigiose testate giornalistiche nazionali e locali, ufficiali e militi superstiti di Macallè, reduci della campagna d’Africa e un’immensa folla di cittadini giunti da ogni dove. Lo stesso giorno, venne anche scoperta la targa marmorea dell’intitolazione della Caserma Alpina a Giuseppe Galliano. A compimento delle celebrazioni il fratello Libero Galliano, notaio a Ceva, offrì al Municipio un ritratto dell'Eroe, lavoro del fotografo Ghezzi di Mondovì, impreziosito da un’elaborata cornice, opera dello scultore monregalese Costantino Prinotti, ora custodito nel Museo Storico "Città di Ceva". Si proseguì nei tre giorni successivi con manifestazioni culturali ed intrattenimenti folkloristici, musicali, gastronomici, sportivi e danzanti.

Il monumento raffigura Giuseppe Galliano nel momento più fulgido della sua carriera, sulle cortine del forte di Macallè. La base è costituita da un’aiuola quadrata, chiusa da gradoni di granito, con agli angoli pilastrini dello stesso materiale, uniti da grosse catene in ferro. Al centro dell’aiuola sono disposti massi di roccia a rappresentare una balza scoscesa e da questi si eleva un piedistallo, formato da blocchi di granito di Vaie in valle di Susa, per due lati modellati a spacco naturale e per due squadrati, che danno l’idea di uno spalto di fortezza, su cui si erge il gigantesco busto bronzeo dell’Eroe, ritratto in atteggiamento fiero e marziale ed ammantato della bandiera. Sul lato sinistro dello spalto, a mezza altezza, è sistemato un cannone dell’epoca, in ghisa, privo dell’affusto, avvolto da una ghirlanda d’alloro in bronzo. Pure di bronzo è la targa posta sulla parte frontale con la scritta: Ceva a Giuseppe Galliano 1899. Sui massi rocciosi alla base comparivano i nomi di Macallè, Agordat, Coatit e Senafè, ad indicare alcuni dei luoghi più importanti che avevano visto protagonista Galliano, ma il dilavamento di oltre cent’anni li ha completamente cancellati.

Il 1° giugno 1902 una delegazione di ufficiali dell’8ª Divisione militare di Genova, guidata dal generale Panizzardi, giunse a Ceva per onorare Galliano e collocare ai piedi del monumento una corona di alloro in bronzo, dov’è tuttora esposta, a ricordo dei campi estivi di addestramento che l’anno precedente la stessa divisione aveva effettuato nel territorio di Ceva, con oltre settemila uomini. L’artistico manufatto venne fuso presso le officine del reggimento di artiglieria di Genova dal capotecnico Molinari.