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Monumenti ed Architetture a Ceva


Associazione Ceva nella Storia - Il Campanone

Il Campanone     Torna all'indice


La struttura nota come Campanone, denominazione che deriva dal suo utilizzo come torre civica, chiamata nei tempi passati anche Torre Campanaria o Torre dell’Orologio, consiste in una torre di epoca medievale riattata nel corso dei secoli.
Si tratta dell’unica torre che punteggiava il perimetro della cinta muraria, giunta fino a noi in modo quasi integrale. Questa costruzione si impostava lungo i resti delle mura che si sviluppavano ai suoi lati e racchiudevano l’abitato già nel corso del medioevo.

Quello che oggi viene chiamato Campanone, in origine faceva parte di un complesso sistema di difesa del lato meridionale della città, formato da un totale di tre torri, delle quali si è conservata solo questa, che costituiva l’apparato centrale del sistema medesimo.

Già in epoca medioevale veniva utilizzata come campanile civico, a differenza delle altre torri poste a protezione delle mura della città, che, in seguito alla loro caduta in disuso, furono abbattute. Dai documenti d’archivio risulta che già nel XIV secolo il consiglio comunale si riuniva al suono delle sue campane.
La struttura presenta essenzialmente due fasi edilizie.

Nasce come torre di difesa della cinta muraria. Come tale la sua conformazione originale era quella di una torre del tipo a gola aperta, molto simile a quella della Torre di Porta Tanaro, chiusa su tre lati, aperta verso la città, caratterizzata nella parte alta probabilmente da apparati sommitali a sporgere, pressoché dello stesso tipo di quelli della Torre di Porta Tanaro. Ciò è testimoniato dai beccatelli in pietra (mensole) che, nonostante i rimaneggiamenti, sono stati conservati e sono tuttora visibili a ricordare quale fosse l’originaria destinazione della struttura. Sulla porzione primitiva si possono ancora osservare delle piccole feritoie dalla forma allungata. Per la costruzione è stato utilizzato un misto di pietre di fiume e mattoni, anche se vi sono non pochi blocchi di importanti dimensioni in materiale lapideo.

Nel XVIII secolo vi furono apportate rilevanti modifiche, forse per meglio assolvere alla funzione di campanile civico. Probabilmente, fino a questo periodo, la campana (o le campane) era alloggiata all’interno della cavità della torre stessa, posizione che certamente non valorizzava le qualità acustiche della medesima. L’intervento fu completato nel 1795, come riportato dal cartiglio in facciata ed ebbe come obiettivo quello di trasformare la vecchia torre medievale in una vera e propria torre civica, in linea con il gusto dell’epoca. Vennero eliminati gli apparati sommitali merlati e l’intera struttura fu soprelevata, con la realizzazione della grande cella campanaria in mattoni, in stile tardo barocco, dove venne collocata un’unica grossa campana. La restante parte del corpo medievale fu mantenuta e il lato verso l’abitato fu tamponato. Rimane interessante come vi sia stata la volontà di conservare i beccatelli in pietra che in origine reggevano la sommità sporgente della torre. Il risultato è l’attuale imponente costruzione, con il suono della campana che arriva ancora oggi a decine di chilometri di distanza.

Nel 1796 l’artigiano Pietro Maria Donetto della Valle Pont collegò al suono della campana il meccanismo dell’orologio che campeggia in facciata verso la città. Oggi il Campanone scandisce tutte le ore e le mezze ore, suona a distesa a mezzogiorno e ad ogni convocazione del consiglio comunale, nonché in alcune specifiche festività durante l’anno (Pentecoste, Assunta, San Rocco, San Bernardino e Madonna del Rosario) o in occasione di particolari lutti. Sicuramente in passato segnalava anche l’avvicinarsi di truppe nemiche, il coprifuoco, il pericolo di incendi, tempeste, contagi e pestilenze. Storicamente rilevante fu il suono della campana all’alba del 10 gennaio 1356, quale segnale di attacco al Castello per la cacciata delle soldatesche milanesi ivi asserragliate, che da tre anni spadroneggiavano in Ceva.

Prima che il vecchio meccanismo fosse sostituito dal sistema automatico, che si attivò nel mese di ottobre del 1965, i quotidiani rintocchi del mezzodì e quelli delle altre occasioni straordinarie furono per decenni le mansioni di un indimenticato personaggio: Lodovico Odello, detto Vico (1882-1972), bidello delle scuole elementari e direttore della banda musicale cittadina, che, per abbreviare il percorso, nella scoscesa scarpata che separa le scuole Galliano dall’altipiano ove sorge il Campanone, aveva creato un camminamento, detto il sentiero di Vico, ripristinato da una decina d'anni.