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Molti si domandano cosa significano quei numeri che compaiono su un’ampia superficie tinteggiata alla base della Rocca, a ridosso del vecchio muro, costruito e mai completato per coprire la parte tufacea più incline allo sgretolamento superficiale. Osservando con attenzione si nota che trattasi di un numero di quattro cifre di cui la terza e la quarta di più difficoltosa comprensibilità, come se si fosse provveduto nel tempo a delle correzioni sovrapponendo numeri ad altri. In effetti è proprio quello che avveniva. Sistematicamente veniva scritto, a volte con più accuratezza a volte meno, l’anno che si stava vivendo. Quindi la data non stava a significare la memoria di una qualche particolare circostanza, ma era una semplice tradizione di calendarizzare l’anno in corso, come ad esempio in Liguria si faceva con i fiori nelle aiuole od altrove potando artisticamente le siepi od utilizzando insegne luminose. Al momento non si conosce la ragione di questa curiosa costumanza né quando la medesima ebbe inizio. Cessò durante il periodo della Grande Guerra perché l’ultima data che pare di capire è il 1917. Nessuno degli storici del passato ha mai affrontato l’argomento che potrebbe essere l’oggetto di una più approfondita ricerca d’archivio.
Per quanto riguarda le due “aperture” che si notano sulla parete della Rocca: quella alla destra di chi guarda da adito all’antica cappella in grotta, preesistente alla costruzione del Forte, che ospitò per centinaia di anni il prezioso quattrocentesco simulacro dell’Addolorata, dal 1796 custodito in Duomo, mentre quella di sinistra è un arco balconato di un locale adiacente, che ebbe diverse destinazioni d’uso nel corso dei secoli, sia a servizio della cappella medesima che della Fortezza, all’interno delle cui mura venne inglobato tutto il sistema di sotterranei in cui i due locali sono ubicati.