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A Ceva, fino agli anni Trenta del secolo scorso, non esisteva un edificio destinato esclusivamente alla funzione di scuole elementari. Queste, distinte in femminili e maschili erano ubicate le prime presso il palazzo dell’Asilo Infantile Umberto I (oggi istituto Baruffi), le seconde presso “il Collegio” o Palazzo Borgognone (oggi scuola secondaria di primo grado Momigliano).
La Città di Ceva aveva intenzione di raggruppare le scuole in unico sito da almeno dieci anni e anche la commissione di Edilizia Scolastica Provinciale aveva affermato di essere concorde con l’iniziativa del Comune, con le relazioni redatte dopo i sopralluoghi del 22 giugno 1921 e del 21 dicembre 1932. Dato che l’edificio dell’asilo rispondeva alle esigenze scolastiche dell'epoca, l'idea fu quella di ampliarne la struttura occupando una parte dell'ampio giardino, detto "orto" ( 3.270 m²), situato dietro il medesimo.
Il 1° maggio 1933, il geometra Fiovo Core, tecnico comunale, presentò il progetto e il preventivo di massima ammontante a £ 920.000, che fu sottoposto all’approvazione dell’ufficio del Genio Civile di Cuneo. Il 7 ottobre dello stesso anno si affidò agli ingegneri Alfredo Soldati di Cuneo e Ugo Mazzarelli di Finale Ligure l’incarico dell’aggiornamento del progetto stesso e la direzione dei lavori. Alla fine del 1935 fu indetta la gara d’appalto per la costruzione della scuola e venne vinta dall’impresa Realini Lucio di Ceva, che consegnò l’edificio l’anno seguente.
L’inaugurazione, con l’intitolazione a Giuseppe Galliano, avvenne il 10 ottobre 1937 per opera del podestà Ernesto Bordi che era stato il massimo fautore dell’edificazione.
In fase di progettazione la struttura mutò diverse volte forma ed aspetto, passando da una configurazione inizialmente art nouveau a quella attuale in stile razionale, tipicamente fascista. Il nuovo edificio fu realizzato in muratura portante di mattoni e solette in calcestruzzo, dotato di tutti gli accorgimenti tecnologici all'avanguardia per l'epoca e caratterizzato da grandi ambienti con ampie vetrate. Nel corso del tempo non sono state apportate sostanziali modifiche rispetto alla conformazione originale e, oggi come allora, il complesso delle scuole elementari è costituito da due corpi distinti, distanti tra loro circa 40 metri, il primo destinato alle attività didattiche e il secondo all'amministrazione, con annessa palestra coperta. Nel progetto originale era stata prevista una palestra all’aperto con una superficie di 760 metri quadrati, ma essendo piccola rispetto alle prescrizioni regolamentari, che prevedevano una superficie di 2800 metri quadrati, si fece uso della vicina piazza d’Armi. Qui, durante il periodo fascista, al sabato e alla domenica, avevano luogo le tipiche esercitazioni di atletica e ginnastica.
L’edificio nel quale si svolgono le attività didattiche consiste in una costruzione di due piani, di cui il primo rialzato, che si sviluppa con una lunga manica costruita parallela a via Porta Tanaro e raccordata al palazzo Umberto I attraverso una forma semicircolare, in corrispondenza della quale si trova l'ingresso principale originario, oggi usato solo come accesso di servizio per motivi di sicurezza, vista la vicinanza con la sede stradale. Da questo ingresso si accede al grande atrio a doppia altezza, al centro del quale si trova lo scalone che conduce al primo piano. Il pavimento è ancora quello degli anni Trenta, realizzato con graniglia colorata e levigata, lo scalone dopo una prima rampa in corrispondenza del pianerottolo si diparte in due bracci simmetrici che conducono alla balconata curva che si sviluppa sul perimetro e si affaccia sull'atrio. Questo scalone è stato evidentemente concepito come “cerniera” col palazzo adiacente, unendo il vecchio edificio con quello nuovo, ma non si hanno notizie certe che le due strutture siano mai state messe in comunicazione (anche per breve periodo) tant'è vero che oggi sono separate e lo scalone serve solo i locali delle scuole elementari, posti alla sua destra. Su entrambi i piani le aule sono orientate a sud-est e sono disposte lungo il corridoio che si sviluppa parallelamente alla via e sulla quale si affaccia attraverso grandi vetrate, mentre nel piano seminterrato si trovano alcuni ambienti di servizio e i laboratori didattici. I servizi igienici sono posti in fondo alla manica, in corrispondenza dell'avancorpo della facciata sulla strada pubblica, questi non hanno cambiato posizione nel corso del tempo e all'epoca furono concepiti per servire anche palazzo Umberto I che ne era carente. La loro posizione è probabilmente conseguenza del fatto che già in sede di progetto fu previsto di dare in uso i bagni alle organizzazioni giovanili e di utilizzarli come servizi e docce aperti al pubblico, come infatti avvenne per diversi decenni.
L'esterno riprende nella forma i canoni monumentali dell'architettura fascista, è tinteggiato con varie tonalità di ocra ed è caratterizzato da un basamento sul quale si sviluppa una sequenza ordinata di setti murari alternati ad ampie vetrate in ferro di colore rosso. La porzione circolare è sormontata da un frontone sagomato che nasconde la struttura del tetto a falde e sul quale si trova una raffigurazione dello stemma della Città. Una pensilina in cemento armato si sviluppa lungo l'intera parte circolare, a protezione dell'area di ingresso e della relativa scalinata in mattoni a vista. Nel tempo questa parte ha subito alcune importanti modifiche. La principale fu l'innalzamento del frontone, in origine inesistente poiché la copertura dell’atrio consisteva in un tetto piano bitumato che, come si osserva nelle cartoline d'epoca, conferiva alla porzione corrispondente all'atrio la figura di un grosso cilindro.
L'edificio amministrativo è concepito come una piccola palazzina di due piani, con tetto piano, più basso rispetto alla scuola della quale la struttura riprende i canoni estetici. Sul retro, in adiacenza, si trova la palestra coperta che il progetto del 1935 prevedeva fosse realizzata con capriate in cemento armato. Durante il periodo di occupazione tedesca nel corso della Seconda Guerra Mondiale, nel complesso delle scuole elementari si insediarono alcuni uffici del comando e di conseguenza le attività didattiche furono trasferite in diverse strutture sparse in città. Nei primi anni Novanta del secolo scorso furono attuati cospicui interventi di manutenzione straordinaria tra cui il rifacimento dei servizi igienici e l’adeguamento della struttura alla normativa sulle barriere architettoniche e a quella antincendio, con la realizzazione di alcune rampe per disabili e la scala di sicurezza in acciaio in fondo alla corpo delle aule.
L’alluvione del 5-6 novembre 1994 arrecò numerosi danni, ma in poche settimane le aule furono ripulite e fu possibile riprendere le normali attività didattiche già il 24 novembre, con ancora impresse sulle pareti le tracce della furia delle acque. Al contrario il piano seminterrato e la palestra furono devastati e fu necessario attendere alcuni anni affinché venissero completamente ripristinati.