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Monumenti ed Architetture a Ceva


Associazione Ceva nella Storia - Frazione Malpotremo: Cappella di San Grato

Frazione Malpotremo: Cappella di San Grato     Torna all'indice


La piccola cappella campestre dedicata a san Grato di Aosta, protettore dei raccolti dalle tempeste, è posta ad un paio di chilometri dall’abitato di Malpotremo a lato della strada provinciale che attraverso i boschi porta a Perlo.

Una targa al suo interno, datata 1936, indica che la costruzione risale al 1710, quando era parroco di Malpotremo don Gio Tommaso Nicolino.

Questa cappella è di forma rettangolare, con un porticato sul fronte. Nel 1956 fu oggetto di corposi interventi di manutenzione ad opera degli abitanti della frazione per evitarne il crollo.

Internamente consiste in un unico spazio sormontato da una volta a botte a sesto ribassato con unghie laterali. L’altare è addossato alla parete di fondo ed è in muratura a stucco e sulla superficie che lo sovrasta vi è un affresco, datato 1710, che raffigura San Grato, la Vergine con il Bambino ed un personaggio, forse un santo, non identificabile avendo come unico attributo di riconoscimento un bastone. Il pittore Enrico Roà restaurò l'affresco e ridipinse l'interno nel 1990. Questo è illuminato esclusivamente da due aperture poste ai lati dell’ingresso.

Esternamente, in facciata, sopra l’entrata si trova un fregio, indicante l’intitolazione della cappella, insieme alla riproduzione dello stemma del Battaglione Ceva e di altri simboli alpini di recente fattura. Sul fianco destro della struttura si intravedono i resti di un cartiglio dipinto, ma andato perduto, riconducibile forse al periodo napoleonico.

Una lapide commemorativa ivi affissa nel 1983 ricorda l’invasione francese di fine Settecento. In questa zona, indicata sulle carte militari dell’epoca come campo trincerato di Terrabianca, il 27 novembre 1795, vi fu uno scontro cruento tra i soldati d’oltralpe del generale Barthélémy Louis Joseph Schérer (1747-1804) e quelli piemontesi, comandati dal generale Alessandro Colli-Marchini (1738-1808). I francesi, che miravano a portare l’assalto al Forte di Ceva, vennero fermati ai Rocchini, tra Malpotremo e Ceva. Sugli intonaci della cappella sono tutt’ora visibili i segni dei proiettili sparati durante la battaglia. Sul retro si può osservare una grossa rientranza nella parete di forma rettangolare, che fa ipotizzare che in origine potesse ospitare un affresco di cui però non vi è alcuna traccia.

Questa chiesa subì furti e danneggiamenti nel 1991 e nel 1995.