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La cappella dedicata a san Rocco di Montpellier è la prima costruzione che si incontra arrivando alla piccola borgata delle Penne, che dista circa un chilometro dall’agglomerato principale della frazione di Malpotremo verso sud-ovest.
Questa chiesa si evidenzia forse come il più antico luogo di culto dedicato al santo protettore dalle pestilenze, di cui si ha conoscenza e si conservino testimonianze materiali, presenti sul territorio del Comune di Ceva. Attualmente non si dispone di fonti documentarie circa la sua fondazione, ma si palesano sufficienti elementi per considerarla di remota edificazione.
Nonostante l’unitarietà spaziale dell’attuale edificio, questo è il risultato di una lunga ed interessante serie di rimaneggiamenti susseguitisi nel corso dei secoli. Analogamente alla cappella dell’Assunta, ma con dimensioni leggermente dilatate, si presenta come un fabbricato esternamente di forma rettangolare, rivelando invece all’interno uno spazio di impostazione centrale. Infatti, l’area di culto è di forma quadrata ed è sormontata da una volta a vela, mentre l’asse liturgico è evidenziato dall’inserimento del volume del presbiterio, a base rettangolare, con volta a bacino ovale. Le due volte sono imposte su un unico ordine architettonico, che sostiene una trabeazione continua su tutto il perimetro dell’ambiente.
L’unico altare è rivestito in marmo e su di esso si eleva una cornice in stucco al cui interno vi è apposto un quadro raffigurante San Rocco, a firma Gili, che funge da pala. Vista però l’incongruenza tra la forma di detto quadro e la retrostante cornice, è ipotizzabile che precedentemente esistesse una apposita tela della sagoma adatta ad inserirsi al suo interno.
La principale caratteristica dell’interno di questa piccola chiesa è la presenza di un ampio affresco del Seicento sulla parete sinistra, che raffigura una Madonna con Bambino con ai suoi piedi a destra san Tarcisio e a sinistra san Rocco; all’estremità di destra è ritratto sant’Antonio Abate, a sinistra un vescovo, dipinto con diversi attributi identificativi che rimandano a sant’Agostino d’Ippona, a san Biagio di Sebaste e a san Grato di Aosta.
Osservando l’affresco si nota che sotto vi è un altro dipinto, che raffigura la Crocifissione di Cristo, riconducibile al XV secolo. Un recente intervento di restauro ha riportato alla luce alcune porzioni dell’affresco più antico, nello specifico la parte inferiore e quella superiore della parete. Particolare è il velario con motivi geometrici e floreali che è insolito per il periodo.
Per quanto riguarda l’illuminazione, oltre che dalle due piccole finestre ai lati della porta, l’ambiente prende luce da un’altra di forma ovale posta sopra l’ingresso e da due aperture a mezza luna sul lato destro, di cui si hanno rispettive specchiature sul lato opposto.
Esternamente la chiesa si presenta con una muratura in pietra e mattoni lasciata a rustico ad eccezione della facciata, recentemente intonacata; questa è di semplice fattura e si caratterizza soltanto per due paraste laterali che sorreggono la cornice del tetto.
Sul fianco destro dell’edificio si possono osservare i resti delle strutture murarie delle chiese precedenti; in particolare si distinguono ancora parti della facciata e di alcune aperture tamponate.
Sulla destra della facciata si innalza un piccolo campanile a base triangolare, interamente realizzato in mattoni. La cella campanaria è costituita da un ordine architettonico completo. Dai residui di strati di malta ancora presenti è ipotizzabile che in origine l’intera struttura fosse intonacata. La campana è del 1924, con la scritta: Mazzola Achille - Fonditore Valduggia - Malpotremo.
Come sopra accennato, da un rapido esame delle strutture si intuisce che l’odierno fabbricato è il risultato del rimaneggiamento di edificazioni preesistenti; allo stato attuale è possibile individuare almeno tre fasi costruttive che hanno portato più volte questo piccolo tempio a cambiare radicalmente la sua forma. Con molta probabilità in origine questa chiesa aveva la consistenza di un piccola cappella, chiusa su tre lati, ruotata di novanta gradi rispetto ad ora, di cui il grande affresco quattrocentesco costituiva la parete di fondo, sulla quale era addossato l’altare. Questo spazio, voltato a botte, aveva presumibilmente un piano di calpestio più basso di quello attuale. In seguito l’ambiente fu chiuso con la costruzione della facciata d’ingresso, che si intravede ancora sul fianco destro della chiesa. Infine, presumibilmente verso il XVIII secolo, la cappella subì la trasformazione più importante, con un consistente ampliamento e relativa rotazione dell’asse liturgico, che cancellò quasi totalmente le vecchie strutture assumendo la conformazione di adesso.
La Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Piemonte indica questa cappella di "notevole interesse storico ed artistico".
Nel 1998 vi erano ancora degli affreschi esterni, ma molto deteriorati, ora non più visibili. Lavori di consolidamento, di installazione dei tiranti metallici e di tinteggiatura interna sono stati eseguiti dagli abitanti della borgata Penne negli anni Settanta del Novecento.