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Monumenti ed Architetture a Ceva


Associazione Ceva nella Storia - Frazione Poggi Santo Spirito: Cappella di San Benedetto

Frazione Poggi Santo Spirito: Cappella di San Benedetto     Torna all'indice


La cappella di San Benedetto è ubicata in località Marogna, un vecchissimo complesso di case che dista alcune centinaia di metri dall’agglomerato principale della frazione, in direzione dei Poggi San Siro, il cui nome deriva probabilmente da un affioramento di una vena di carbon fossile presente nel luogo, ancora rinvenibile pochi decenni fa.

Un paio di ipotesi si possono formulare circa l’intitolazione dell’edificio religioso al santo di Norcia: il nome di battesimo di colui che ne sovvenzionò la costruzione nella sesta decade dell’Ottocento, Benedetto Michelotti, oppure il rimando ad un antico monastero. Infatti non è da escludere la presenza in passato di un cenobio benedettino, in quanto sugli edifici adiacenti alla cappella vi sono ancora alcuni indizi strutturali, avvalorati dalla presenza di due affreschi sovrapposti, risalenti al XV secolo.

La piccola chiesa è di forma rettangolare, in cattivo stato di manutenzione al punto che la struttura in legno dello spazio porticato antistante l’ingresso è crollata in seguito alle abbondanti nevicate degli ultimi anni.

Priva di campanile e di sacrestia, all’interno si sviluppa con uno spazio di tipo centrale dove su quattro paraste angolari piegate sono impostati i quattro pennacchi sferici che reggono la volta a bacino di forma ovale. L’asse liturgico è evidenziato dalla presenza del presbiterio, rialzato di uno scalino, di forma rettangolare e sormontato da una volta a botte con lunette laterali, separato dalla zona di culto da un arco di trionfo sostenuto da due paraste.

Come già riscontrato in altre architetture più o meno contemporanee (come San Rocco ai Poggi San Siro, la chiesa dell’Assunta e quella di San Rocco a Malpotremo) si tratta di una costruzione caratterizzata dalla forte unità compositiva, ad indicazione di una volontà progettuale chiara e, in questo caso, di un unico intervento edificatorio.

Il pavimento è in cotto, mentre la maggior parte delle superfici sono tinteggiate di bianco, ad eccezione delle volte e dell’arco di trionfo, dipinti con specchiature, sulle quali sono evidenti i danni provocati dalle infiltrazioni provenienti dal tetto. Non è da escludere che in origine tutto l’ambiente fosse decorato, comprese le pareti.

L’unico altare è addossato alla parete di fondo ed è in muratura decorata a stucco e intonaco marmorizzato, il tabernacolo è assente, ma al suo posto vi è un trompe l’oeil che dà l’illusione della sua presenza.

La pala d’altare consiste in grossa tela raffigurante una Madonna con Bambino con ai piedi a sinistra san Giovanni Battista ed a destra san Benedetto da Norcia, mentre sulla parete sinistra si trova un altro quadro della Vergine con Bambino in condizioni di elevato deterioramento.

L’illuminazione è garantita da due finestre di forma circolare poste sul lato destro.

Come anzidetto, addossati alla facciata si trovano i resti del portico realizzato in epoca successiva rispetto alla cappella, di cui rimangono solo due pilastri.

Due paraste delimitano il fronte principale di modesta fattura e sorreggono il cornicione del tetto a capanna.

La parte di facciata protetta dal porticato è stata rintonacata, probabilmente in occasione della costruzione dello stesso, al contrario della parte sommitale, dove è ancora possibile osservare che in origine la muratura delle paraste era a vista mentre lo sfondato era intonacato.