Logo

Collegamenti esterni




Facebook Seguici anche su Facebook!

Monumenti ed Architetture a Ceva


Associazione Ceva nella Storia - Località Ferrazzi - Cappella della Madonna di Loreto

Località Ferrazzi - Cappella della Madonna di Loreto     Torna all'indice


La cappella è sita al limitare della borgata dei Ferrazzi, sul bordo sinistro della strada campestre che da questa conduce alla località Costa di Ceva, percorrendo la parte sommitale del sistema collinoso che separa le vallette del torrente Bovina e del rio Canile. Relativamente alla sua erezione si sono potuti reperire documenti attendibili, sconosciuti all’arciprete Olivero che nelle sue Memorie affermò l’inesistenza sia di attestati autentici, che ne datassero la fondazione, sia di legati per la celebrazione di messe.

Dalle carte rinvenute si evince che un abitante del posto, di nome Bartolomeo Reviglio, si impegnò a far costruire nella borgata dei Ferrazzi, nelle vicinanze di casa sua, una cappella sotto il titolo della Madonna Santissima di Loreto, per sua particolare devozione alla Vergine. Nell’ancona dell’altare è collocata una statua lignea della Madonna Nera con Bambino, che rimanda a quella venerata nel famoso santuario mariano marchigiano, da cui deriva il titolo della chiesa. L’atto di assunzione degli obblighi fu redatto il 22 agosto 1626 nella casa del marchese Federico Pallavicino, in contrada Sparezza a Ceva, alla presenza del reverendo Francesco Pompia, canonico della Collegiata e vicario foraneo del vescovo di Alba. Il medesimo borghigiano si obbligava pure, per sé ed i suoi eredi, a far celebrare due messe all’anno nei giorni rievocativi dell’Annunciazione e della Natività della Madonna ed a mantenere la cappella costantemente dotata di tutte le cose necessarie per la professione del culto divino. A tal fine assegnava in dote inalienabile una mezza giornata di terreno coltivato ad alteno (vigna con altre piante da fusto) situato nella borgata stessa.

Il 28 maggio 1630, su richiesta del Reviglio, che nel frattempo aveva provveduto all’edificazione della cappella, il vicario del vescovo di Alba compì un sopralluogo presso l’edificio, opportunamente verbalizzato con atto dal cancelliere Bucca e lo considerò idoneo e dotato di tutto il necessario e lo benedisse autorizzandone l’officiazione.
Dalla relazione emerge che la cappella misurava ventisei piedi di lunghezza (circa 13,40 metri) e quattordici di larghezza (circa 7,20 metri) e in una nicchia ricavata sopra l’altare vi era una statua della Madonna incoronata, alta sette palmi con il bambino in braccio, in abiti color turchino indorati. Non si hanno però elementi per stabilire che possa essere la stessa oggi presente nella chiesa, anche se all’apparenza questa è molto somigliante alla descrizione fatta. Allo stato attuale la struttura è costituita da due volumi, a forma di parallelepipedo e consecutivi tra loro, in muratura di tipo misto e coperti da un semplice tetto a capanna.
Nel primo di questi volumi si trova l’ambiente dedicato alla funzione liturgica, mentre nel secondo si trovano gli spazi di servizio. Quest’ultimo è leggermente più elevato del primo, essendo in parte su due piani.

La facciata non presenta particolari peculiarità ed è caratterizzata, come molte chiese campestri, da un accesso centrale fiancheggiato da due sedute, da due aperture finestrate e sormontato da una terza finestra a forma di mezzaluna. All’interno, lo spazio della piccola chiesa è di forma rettangolare ed è contraddistinto da un’asse longitudinale molto sviluppato. Questo è dovuto al fatto che in epoca recente il portico della chiesa è stato tamponato ed incorporato nella chiesa stessa, in modo da ampliarne la superficie interna. Testimonianza di questo cambiamento è conservata nella composizione delle volte, infatti la porzione di chiesa antistante l’ingresso ha una volta a vela che poggia su quattro paraste, residuo del portico, mentre la restante parte è chiusa con un’unica volta a botte a sesto ribassato. Quest’ultima è caratterizzata dall’inserimento di otto lunette, quattro per lato, di cui sette cieche e solo una, sul lato sinistro, fornita di finestra di forma rettangolare.
Sopra l’ingresso si trova la cantoria costituita da una struttura in legno. L’area presbiterale è separata da una balaustra, rialzata di due scalini e occupa circa metà della superficie della chiesa qual era prima dell’addizione del portico d’ingresso. Tutti gli interni sono stati ristrutturati di recente, ad opera degli abitanti del luogo che hanno provveduto al nuovo pavimento in cotto e alla pittura delle superfici. Queste sono tinteggiate di bianco con alcuni inserti color rame, ad eccezione della parete di fondo dell’altare, interamente marmorizzata, sulla quale spiccano, ai lati della statua della Madonna Nera, due affreschi di forma ovale che rappresentano a destra san Maurizio e a sinistra un santo i cui attributi rimandano a San Giacomo o a san Rocco. Sulle pareti laterali sono affissi alcuni quadri di recente fattura, quadretti ex voto e vicino all’ingresso a destra una tela che raffigura la Vergine dei Sette Dolori (Addolorata) con ai piedi il profeta Daniele e un santo non identificabile, a sinistra un vecchio elenco incorniciato di oblatori della cappella.
Tramite un varco a sinistra dell’altare si accede alla sacrestia, naturale prosecuzione della struttura della chiesa. Si tratta di un ambiente voltato a padiglione, quasi interamente decorato, il cui intero fianco destro è occupato dalla base del campanile, mentre a sinistra una lunetta si apre nella volta con una finestra al suo interno. La sacrestia in passato doveva avere una conformazione diversa e una superficie maggiore rispetto a quella odierna. Sulle murature all’interno della base della piccola torre campanaria, infatti, si osservano parti di affreschi che indicano come in origine l’ambiente fosse più ampio, occupando l’intera larghezza della chiesa.

Il campanile è da ritenersi quindi un’aggiunta successiva ed è riconducibile al XIX secolo. Questo è a base quadrata, realizzato in muratura con mattoni a vista e la cella campanaria è costituita da un ordine architettonico completo. La base dello stesso funge da disimpegno in quanto vi si trovano un piccolo ingresso secondario all’edificio e l’accesso agli ambienti che in passato consistevano forse in una modesta casa canonicale. Qui la struttura si presenta su due livelli collegati da una scala interna in muratura.

Al piano terra vi è una sorta di cantina, che un tempo doveva avere un collegamento diretto con l’esterno, poi chiuso. Al primo piano si trova un unico ambiente domestico che fungeva anche da camera da letto.

Fatta eccezione per riti nuziali assai sporadici, la cappella è officiata una sola volta all’anno, ad inizio settembre, in occasione della festa della Natività di Maria Vergine.